Arrestato per una rapina agli zii | "Non sono io il basista" - Live Sicilia

Arrestato per una rapina agli zii | “Non sono io il basista”

Benito Biondo, Salvatore Orlando, Salvatore Puntaloro e Salvatore Zarcone

Era un basista "inconsapevole" Salvatore Zarcone, il nipote dei coniugi Gebbia che furono rapinati, a casa loro, da una banda che sarebbe stata composta da tre persone (Benito Biondo, Salvatore Puntaloro e Salvatore Orlando, arrestati negli scorsi giorni) che portarono via soldi e oggetti di valore, tra cui ricordi del figlio morto.

Palermo
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PALERMO – Era un basista “inconsapevole” Salvatore Zarcone, il nipote dei coniugi Gebbia che furono rapinati, a casa loro, da una banda che sarebbe stata composta da tre persone (Benito Biondo, Salvatore Puntaloro e Salvatore Orlando, arrestati negli scorsi giorni) che portarono via soldi e oggetti di valore, tra cui ricordi del figlio morto. Interrogato dal gip Ferdinando Nicastro, Zarcone ha raccontato di avere parlato con uno dei tre rapinatori, suo conoscente, della situazione agiata degli zii che avevano venduto da poco un negozio. La banda è entrata in azione il 6 settembre scorso – due di loro, tre giorni prima, avevano aggredito e svaligiato la casa del noto avvocato palermitano Gioacchino Sbacchi. Zarcone, però, ha detto al gip di non avere messo a punto nessuna rapina agli zii e di non avere saputo nulla prima del colpo. Nella conversazione, risalente a giugno, Zarcone avrebbe accennato al fatto che lo zio uscisse presto di casa per andare al lavoro e a un’eredità ricevuta dalla zia che ha suscitato subito l’attenzione del suo conoscente, che avrebbe detto: ‘ci dobbiamo acchianare (andare, ndr) da tua zia’. Da quel momento, Zarcone non avrebbe più saputo nulla. Le modalità del colpo e di accesso all’appartamento orientarono, sin da subito, gli investigatori (coordinati dal pm Claudio Camilleri) verso una talpa. Poi il personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica ha isolato un’impronta che i poliziotti hanno confrontato con successo con quella di Biondo. E’ stata la prima tessera che ha consentito agli agenti di ricostruire, per intero, il difficile puzzle della rapina: abbinata ad un nome di battesimo non proprio comune (Benito), captato da una delle vittime. (ANSA).

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