PALERMO – A guardare Palermo-Lazio nel 2016 c’era una bambina. E fin qui nulla di strano. Passi pure che un padre porti una figlia in tenerissima età allo stadio. Solo che, il giorno della partita, la lieta novella non era ancora arrivata. Le due squadre scesero in campo l’8 aprile. Ventiquattro prima che nascesse la bimba. Eppure quest’ultima risultava regolarmente seduta in curva. Il Palermo è parte offesa dell’inchiesta.
Un caso limite, non il solo, scoperto dalla Procura e dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria. Otto persone sono finite agli arresti domiciliari fra titolari di ricevitorie, capi ultras e bagarini. Accedevano al sistema informatico del circuito ufficiale, staccavano biglietti scontati per under 14, over 65 e donne, e li piazzavano nel mercato parallelo.
Gli affari andavano a gonfie vele. Erano bravi e capaci persino di fare miracoli. Nel novembre 2016 un signore settantenne comprò un biglietto per sé e tre per altrettanti ragazzini che evidentemente accompagnò lui al Barbera per assistere a Palermo-Milan. Impossibile, era morto cinque anni prima.