PALERMO- Totò Cardinale ci lavora da un pezzo. E fa spallucce davanti alle accuse di mercato delle vacche che arrivano dall’Mpa. L’ex ministro, uomo forte dell’ala postdemocristiana del Pd, è il mastice che sta mettendo insieme un gruppo tutto nuovo che rafforzerà la coalizione di governo. Ci finiranno dentro i quattro del fu Territorio, dopo la rottura con Nello Dipasquale, e alcuni deputati eletti in altre coalizioni. Come i fuoriusciti di Grande Sud, Edi Tamajo e Riccardo Savona, e probabilmente anche Michele Cimino. Ma si parla anche di un paio di nomi provenienti dall’Mpa, tra cui l’ex Pd Picciolo. I lombardiani, su tutte le furie, hanno gridato al “mercato delle vacche” e ieri sera hanno diramato un comunicato in cui raccontavano di una cena in corso, con Cardinale, in cui si sarebbero gettate le basi dell’operazione nuovo gruppo.
Onorevole Cardinale, intanto ci rassicuri: avete mangiato bene?
“Sì, molto”.
Il menu?
“Ognuno ha scelto secondo i suoi gusti, carne o pesce. Tutto buono. È stata una bella cena tra amici, ci siamo rilassati, nonostante qualche messaggio inconsueto e poco adatto a chi li invia, secondo me. Abbiamo ragionato, abbiamo parlato, abbiamo concluso e inizieremo questo cammino con un gruppo che si formerà nei prossimi giorni”.
Insomma, è fatta per il nuovo gruppo. Come si chiamerà?
“Faremo un documento che guarda all’esperienza dei democratici popolari e riformisti. Nascerà un’associazione che sarà un luogo di raccolta di quanti condividono un progetto anche se provenienti da posizioni,diciamo, diverse”.
Insomma, metterete insieme un po’ di gente che cambia partito…
“Questo è il momento della svolta, si parla di nuova Repubblica, mi pare normale che ci siano ripensamenti e riposizionamenti. Non debbono essere solo fatti, come dire, meccanici, ma fatti politici che devono trovare motivazioni profonde e comuni obiettivi da raggiungere”.
E lei queste motivazioni profonde le ha trovate nei compagni di cena?
“Sì. Faremo un’associazione regionale. Il nostro è un progetto di largo respiro. Con chi ci sta”.
E chi ci sta?
“Faremo un documento, un manifesto, e su questo saranno apposte delle firme”.
Ci saranno i “dissidenti” di Grande sud?
“Con loro intratteniamo un rapporto che guarda a questi obiettivi. Sono tra quelli con i quali ci confrontiamo ogni giorno. Ma certo non c’è obbligo per nessuno”.
L’Mpa parla di “mercato delle vacche”. E di promesse per “sedurre” i deputati altrui.
“Non ho argomenti seri da opporre agli altri. Il mio potere di contrattazione da questo punto di vista è uguale a zero. Chi fa questi ragionamenti forse immagina cose a cui può essere abituato. Qui si tratta di rendere più agevole il cammino verso il centrosinistra di tante persone che sono in una fase di ripensamento. È già successo e tutte le volte che succede, quando non ci sono di mezzo prebende, mi pare che possa essere un dato positivo. Peraltro alcuni amici che muovono critiche si spostano da destra a sinistra da un giorno all’altro”.
Parla dell’Mpa…
“Non faccio polemica. Ciascuno degli amici con cui ho parlato ha mille ragioni. E il presidente della Regione non c’entra. C’è u gruppo che vuole occupare uno spazio politico che oggi c’è”.
Ma in questo lavoro lei si muove come esponente del Pd?
“Io sono uno dei fondatori del Partito Democratico, lo dico modestamente. Non ho nessun interesse a cambiare, ma mi rendo conto che il Pd deve operare in modo tale di avere alleanze che occupino spazi al centro, utili per vincere. Questo lavoro sta portando dei frutti molto significativi visto che peraltro abbiamo operato il sorpasso, dal sondaggio che leggo sul vostro sito””.
Insomma, al centro si vince, dice lei da buon democristiano.
“Non faccio previsioni ma sono molto fiducioso, perché ogni giorno registro disponibilità che arrivano dal centrodestra. E si tratta di persone perbene, capaci, che ripensano alla loro collocazione”.
Intanto all’Ars però i numeri Crocetta non li ha. E lo si è visto chiaramente ieri con il Dpef.
“Io non mi debbo occupare dei voti dell’Ars. Lascio fare il loro lavoro a capigruppo e parlamentari. Io faccio un ragionamento politico. Non è che da noi vengono solo deputati, ci saranno professionisti, amministratori locali, sindacalisti , disoccupati. Non è un’operazione verticistica quella che stiamo facendo. Se poi arrivano deputati che possono rimpolpare la maggioranza è un beneficio per la governabilità, ma non è che diciamo no a chi non è deputato regionale. È un progetto politico che vuole avere un respiro più profondo”.
Ma non è che state creando una specie di anticamera da cui passare per poi operare un passaggio successivo?
“Quanto dura questo progetto non è dato di saperlo. Il mio obiettivo è quello di allargare l’area cattolico liberale e riformista del Partito democratico. Questo è il mio obiettivo finale, ma non voglio mettere il carro davanti ai buoi per il momento”.