Asp dimentica clausola "antimafia" | Sfuma l'ospedale antisismico - Live Sicilia

Asp dimentica clausola “antimafia” | Sfuma l’ospedale antisismico

L'Asp di Trapani indice una gara per la ricostruzione e l'adeguamento alle norme antisismiche del presidio medico di Salaparuta, in piena Valle del Belice. Ma il Tar di Palermo: "Dimenticate le clausole antiriciclaggio e contro le infiltrazioni mafiose"

L’Asp di Trapani dimentica di scrivere due clausole nel bando. E che clausole: quella “antiriciclaggio” e quella “antimafia”. Così, salta il progetto che avrebbe consentito al presidio medico di Salaparuta, in piena Valle del Belice, di essere adeguato alla normativa antisismica. Un intervento, per intenderci, superiore al milione di euro, che avrebbe consentito, in pratica, di mettere in sicurezza il presidio di una delle zone colpite dal tremendo terremoto del 1968.

Ma l’Asp ha dimenticato quelle due clausole. Così, il ricorso avanzato da alcune delle ditte escluse dall’assegnazione è stato accolto dal Tar di Palermo che ha appunto annullato il bando. Il ricorso in particolare è stato presentato dalla “Studio Alteri spa” e dalla “Omniservice Engineering srl”, difese entrambe dall’avvocato Raimondo Alaimo, contro appunto l’Azienda sanitaria provinciale di Trapani e l’imprenditore Salvatore Castaldo, anche nella qualità di capogruppo del raggruppamento di professionisti con riuniti attorno alla cooperativa “Cooprogetti”.

Quest’ultima cooperativa infatti s’era aggiudicata la gara relativa all’affidamento “dei servizi attinenti alla progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione dei lavori, misure e contabilità, coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione nonché all’attività geologiche dei lavori di demolizione e ricostruzione dell’edificio ospitante il presidio sanitario di via Palermo, sito nel comune di Salaparuta”. Una gara a procedura aperta, velocissima, conclusasi nel giro di 20 giorni, tra l’inizio e la fine di marzo scorso.

Ma, come detto, tutto alla fine sarà inutile. Il bando, infatti, non ha rispettato i criteri fissati dalla legge regionale 15 del 2008. La norma in particolare prevede, al primo comma: “Per gli appalti di importo superiore a 100 migliaia di euro, pena la nullità del bando, l’obbligo per gli aggiudicatari di indicare un numero di conto corrente unico sul quale gli enti appaltanti fanno confluire tutte le somme relative all’appalto”; ed al secondo: “la risoluzione del contratto nell’ipotesi in cui il legale rappresentante o uno dei dirigenti dell’impresa aggiudicataria siano rinviati a giudizio per favoreggiamento nell’ambito di procedimenti relativi a reati di criminalità organizzata”.

Ma l’Asp ha dimenticato di inserire queste clausole. Sia quella “anti-riciclaggio”, sia quella “antimafia”. Distrazioni “non di poco conto”, sottolinea il Tar, considerata “la particolare situazione di allarme sociale che indubbiamente esiste in Sicilia, per i gravi e ricorrenti fenomeni di criminalità organizzata”.


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