Pd Sicilia, le distanze restano: clima di guerra lunedì all'assemblea

Pd, le distanze restano: l’assemblea di lunedì in un clima di guerra

Dossier Sicilia sul tavolo del Nazareno

PALERMO – Le distanze restano siderali e il grande freddo calato ormai da settimane nel Pd siciliano non accenna a mitigarsi. I tentativi di trovare una mediazione tra il blocco formato dall’area Bonaccini e dagli orfiniani, e l’area vicina segretario regionale Anthony Barbagallo, finora sono andati a vuoto. I protagonisti dello scontro restano tutti sulle loro posizioni ma le interlocuzioni sotterranee sull’asse Palermo-Roma sono andate avanti in questi giorni, seppur con scarsi risultati.

Pd, trattative sull’asse Palermo-Roma

Al Nazareno la questione è finita sui tavoli di Alessandro Alfieri e del responsabile organizzativo Igor Taruffi, che lunedì sarà nuovamente a Palermo per il terzo round dell’assemblea regionale che dovrebbe approvare le regole congressuali. Allo stato delle cose non c’è nessuna ipotesi di accordo.

Lunedì nuova assemblea regionale Pd

Appuntamento alle 18, all’hotel Astoria Palace, con una piccola ma sostanziale modifica dell’Ordine del giorno: scomparsa l’elezione del presidente regionale del partito, resta in piedi la votazione del regolamento congressuale. Segno che le parti erano e restano distanti a tal punto da non essere considerata neanche l’ipotesi di una tregua che consenta l’elezione di una figura super partes come quella del presidente.

Pd Sicilia alla conta interna

In questo clima tesissimo, Barbagallo proverà a raggiungere la maggioranza degli aventi diritto al voto in assemblea per potere incassare il sì al regolamento che prevede il coinvolgimento esclusivo dei tesserati per il congresso di primavera. I dissidenti, però, sostengono che il segretario non abbia i numeri. Per conoscere la verità bisognerà attendere lunedì, dopo che anche la seconda chiama è andata a vuoto per colpa del maltempo.

Il giallo del regolamento

L’aria in casa Partito democratico, intanto, viene appesantita ulteriormente da un giallo sul regolamento congressuale. “Ha avuto la bollinatura che è in linea con le previsioni statutarie”, è il virgolettato che Barbagallo ha affidato al Giornale di Sicilia provocando l’ira nell’opposizione interna. “Smentiamo categoricamente che il Regolamento per il congresso abbia avuto la bollinatura dalla Commissione nazionale di garanzia”, dice il deputato regionale Fabio Venezia, che in tanti danno come possibile competitor di Barbagallo. “Occorrerebbe una certa prudenza nel diffondere notizie prive di fondamento”, aggiunge. L’auspicio formulato da Taruffi nella prima riunione, di una fase di riflessione che potesse portare a più miti consigli, sembra così destinato a cadere nel vuoto.

La posizione della segreteria nazionale

La segreteria Schlein, formalmente al fianco di Barbagallo, resta alla finestra. I vertici nazionali del partito non intendono mettere in discussione la possibilità per un segretario uscente di riproporsi alla guida dei dem siciliani ed è in questa chiave che il Nazareno non vede di buon occhio l’atteggiamento oltranzista dei dissidenti, o almeno di alcuni di loro.

Nello schieramento che vede al suo interno anche deputati regionali, nazionali ed europei si guarda però con interesse alle scelte che la segreteria nazionale, anche in via informale, potrebbe fare per sbloccare l’impasse. “Ma qualsiasi forma di dialogo non può prendere le mosse dalla volontà di imporre a tutti i costi, come condizione primaria, l’esclusione del segretario regionale”, è senso del ragionamento fatto ai piani alti del Pd nazionale.

Burtone: “Andiamo avanti”

L’ala più radicale dei ribelli, però, non si ferma. Sabato, quando mancheranno 48 ore all’assemblea regionale, Giovanni Burtone, uno dei più attivi sul fronte anti-Barbagallo, riunirà i suoi simpatizzanti a Catania per un evento il cui titolo dà l’idea dell’animus pugnandi: “Noi andiamo avanti’. “Il Pd nel suo statuto ha le primarie – ricorda – che oggi più che mai sono uno strumento di partecipazione e identitario per chi ha valori e cultura di centrosinistra. Chiudersi in uno sterile tesseramento che spesso punta a miliziani e non a militanti non aiuta il Pd a intercettare quella domanda di partecipazione”.


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