Assunzioni ferme, precari in bilico | Il pasticcio della rete ospedaliera - Live Sicilia

Assunzioni ferme, precari in bilico | Il pasticcio della rete ospedaliera

Il governo vuole rimandare tutto al 2018. Ma senza il Piano, niente concorsi.

PALERMO – “Rimandiamo tutto al 2018”. La soluzione partorita due giorni fa dal vertice di maggioranza riunito per il caos Sanità ha infastidito, e non poco, il Ministero della Salute. Un fastidio che, nelle ore più calde, stava per trasformarsi in un intervento diretto, traumatico. Una sorta di commissariamento dell’assessore Gucciardi, almeno per la redazione della rete ospedaliera. È stato un attimo, forse due. Poi il ministro Lorenzin e i suoi collaboratori hanno accantonato l’ipotesi. Ma il problema rimane.

Perché il governo Crocetta ha di fatto “rimbalzato” a Roma il problema dei problemi: quello dei concorsi nella Sanità dell’Isola. Divenuto ormai il Graal dell’esecutivo regionale. Che uscendo dalla riunione di Palazzo d’Orleans ha provato a centrare il duplice, classico risultato, della botte colma e della moglie ebbra: i concorsi, ma senza i tagli. Ma da Roma, nicchiano. Anche perché la rete ospedaliera, prima ancora di un Piano per la “ottimizzazione” della Sanità, è anche e soprattutto un intervento di natura economica. La cui necessità, non a caso, è ribadita proprio nell’ultima legge finanziaria. “Le Regioni – recita l’articolo 541 – adottano il provvedimento generale di programmazione di riduzione della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale. Le regioni sottoposte ai piani di rientro (la Sicilia è ancora una di queste, ndr) adottano i relativi provvedimenti nei tempi e con le modalità definiti nei programmi oeprativi di prosecuzione dei piani di rientro”. Lo stesso articolo, nel comma successivo ricorda che le Regioni “predispongono un piano concernente il fabbisogno di personale, contenente l’esposizione delle modalità organizzative del personale”.

Una deroga è prevista, ma non è quella richiesta da Crocetta. L’articolo 542 infatti prevede che “nelle more della predisposizione” dei piani sul fabbisogno del personale, le Regioni possano “ricorrere in deroga a forme di lavoro flessibile”. Il problema, però, è il tempo: la finestra utile per questa deroga si è chiusa a luglio. Una impostazione che, del resto, ricalca un po’ quanto previsto dal decreto Balduzzi: “Le Regioni – si legge nella norma – possono attuare processi di mobilità del personale dipendente delle aziende sanitarie con ricollocazione del medesimo personale presso altre aziende sanitarie della regione anche al di fuori dell’ambito provinciale, previo accertamento – ecco la precisazione – delle situazioni di eccedenza ovvero di disponibilità di posti per effetto della predetta riorganizzazione da parte delle aziende sanitarie. Le aziende sanitarie – putualizzava il Balduzzi – non possono procedere alla copertura di eventuali posti vacanti o carenze di organico prima del completamento dei procedimenti di ricollocazione del personale di cui al precedente comma”.

Insomma, sarebbero possibili solo le mobilità. Ma di chi? E verso dove? L’assenza di una rete definitiva, infatti, non consente di mettere nero su bianco sia i posti vacanti sia le eventuali “eccedenze” da far spostare. Del resto, molto candidamente lo stesso assessore Gucciardi al Giornale di Sicilia, nelle prime ore di polemiche, aveva ammesso: “A questo piano sono vincolati i concorsi. Chi frena sulla rete ospedaliera, blocca le assunzioni”. Se erano vere allora le parole di Gucciardi e se sono vere oggi quelle del suo partito e del governatore, il piano non esiste nemmeno, quindi figuriamoci le assunzioni.

E i problemi sono già imminenti, reali. A cominciare soprattutto dalle graduatorie in scadenza di infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio: il 31 dicembre, la loro vittoria del concorso sarà del tutto inutile. Ma non solo. Lo stesso giorno scadranno i contratti di 650 circa dipendenti a tempo determinato dell’Asp di Palermo e, in assenza di novità, il sistema rischia di andare in tilt. Sono a rischio i principali servizi dell’Azienda: dal Cup per le prenotazioni di visite ed esami all’ufficio esenzione ticket. Un problema che si estenderà ovviamente alle altre Asp, piene di “precari” in scadenza.

Eppure, come se ci fosse ancora tempo, è partita la macchina del “coinvolgimento”. Ed è lecito chiedersi come mai non sia avvenuto mesi fa, prima di mettere nero su bianco un Piano che esiste, eccome, ed è stato anche inviato a Roma dove è stato esaminato attentamente dal Ministero. In assessorato sono arrivate persino le precisazioni e la richiesta di integrazioni dei tecnici. Persino una nota molto dettagliata con la quale venivano segnalate le unità operative “in eccedenza” e quelle ancora al di sotto dei limiti fissati dal decreto ministeriale 70.

Ma quel Piano, considerato inesistente per ragioni palesemente politiche, a questo punto dovrà essere rifatto da capo. Magari, questa la speranza filtrata dal Ministero della Salute, non da tutti i burocrati regionali che hanno messo su questo Piano. E così, ecco partito il grande circo del “coinvolgimento”. Avviato ieri, con i colloqui tra l’assessore Gucciardi e i direttori generali, giunti a Palazzo Ziino con più o meno lunghi codazzi di collaboratori. Oggi invece è previsto il “faccia a faccia” con Crocetta. Uno dei manager già prevede: “Ci verrà detto che è tutto a posto. Che i reparti non saranno toccati. Che non saranno chiusi nemmeno i punti nascita. Che potremo fare persino le assunzioni. Ci verrà raccontata una favola”. La favola dei concorsi. Iniziata più di un anno fa. E ancora senza un lieto fine.


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