GENOVA – Camilla, atroci sofferenze dopo il vaccino, a soli 18 anni, ma soprattutto presunti errori, gravi, del sistema sanitario che l’ha presa in cura. Ecco le piste seguite dai pubblici ministeri Stefano Puppo e Francesco Rombolà, coordinati dall’aggiunto Francesco Pinto.
I sintomi
La ragazzina era arrivata in pronto soccorso nell’ospedale di Lavagna il 3 giugno, appena una settimana dopo il vaccino all’open day Astrazeneca. Aveva forti mal di testa ed era arrossata.
Era in cura per una cistite e soffriva di piastrinopetia.
Le piste
I magistrati indagano su alcune presunte omissioni dei medici che sono intervenuti dopo i primi sintomi. A partire da una tac, che sarebbe stata eseguita senza alcun mezzo di contrasto, fornendo un responso non idoneo a individuare cosa stesse accadendo nel corpo di Camilla.
E ancora, la ragazza sarebbe stata dimessa il giorno dopo la tac senza alcun esame in più.
Il ruolo del vaccino
I magistrati stanno indagando a 360 gradi. Resta da dimostrare il nesso di causalità con il vaccino Astraneca, ma ci sono alcuni segnali sospetti: l’emorragia cerebrale che l’ha uccisa, per esempio. E le trombosi. La parola agli inquirenti, ma resta una famiglia distrutta, un sorriso spezzato.