AstraZeneca, "Vaccino sicuro, indagare sui fattori di rischio" - Live Sicilia

AstraZeneca, “Vaccino sicuro, indagare sui fattori di rischio”

Tanti i dubbi sul famraco ango-svedese dopo la morte della giovane Camilla. L'infettivologo Iacobello fa chiarezza

CATANIA – La morte di Camilla ha ferito il cuore di tutta Italia. I suoi occhi brillanti di sogni si sono spenti. Un dolore atroce per la famiglia, che però ha deciso di donare la vita dicendo sì all’espianto degli organi. Ma quanto accaduto in Liguria ha riportato l’attenzione sul vaccino AstraZeneca. Ieri è stata una giornata turbolenta, alla fine la decisione è arrivata: “Il siero inglese solo agli over 60”. E i giovani non potranno fare nemmeno la seconda dose. 

Un ciclone di informazioni che miete nuovi dubbi e perplessità a chi ancora non si è vaccinato. Allora è importante fare chiarezza. Con gli esperti, con chi da oltre un anno lotta in prima linea la guerra contro il covid. Come Carmelo Iacobello, infettivologo e direttore del reparto di Malattie Infettive del Cannizzaro di Catania. 

“AstraZeneca è stato un vaccino che ha sempre avuto i riflettori puntati – spiega a LiveSicilia – soprattuto per quanto riguarda alcuni aspetti che evidentemente sono legati agli effetti collaterali. E sin dall’inizio è stata posta sotto osservazione la potenziale formazione di trombosi”. 

Iacobello è preciso su alcuni fattori di rischio. “Già da qualche giorno c’era stato un warning – spiega l’infettivologo – che si riferiva alla somministrazione di soggetti femminili inferiori ai 50 anni che si presentavano alcuni fattori di rischio come il fumo o la terapia con anticoncezionali, questi potevano in qualche modo potenziare gli effetti trombofilici del vaccino”.

“Il vaccino AstraZeneca è sicuro”, chiarisce Iacobello che ricorda: “Ha qualche complicazione ma come per tutti i farmaci. Ricordo che i vaccini sono farmaci”.

Per l’infettivologo bisogna lavorare di prevenzione. “I fattori di rischio come il fumo, l’utilizzo di anticoncezionali o una certa genetica di tipo trombofilico vanno certamente indagati e meglio approfonditi”.   


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