CATANIA – “A tutto vi è un limite, che è stato travalicato più volte“: il direttore generale dell’Asp di Siracusa Salvatore Ficarra ha deciso di replicare così alla Cimo, che negli ultimi mesi è più volte intervenuta polemicamente sulla gestione dell’Asp di Agrigento ai tempi in cui Ficarra era direttore generale. Al centro dello scontro soprattutto il caso del focolaio di epatite C all’ospedale di Sciacca avvenuto nel 2016.
Dell’epidemia di epatite ha parlato di recente Livesicilia: la scoperta di un numero anomalo di ammalati da virus HCV aveva allarmato l’allora primario dell’unità di talassemia Filippo Buscemi, che accertò la sicurezza del sangue usato per le trasfusioni e denunciò l’accaduto alla procura di Sciacca. In seguito a quel fatto Buscemi fu spostato in una unità analoga ad Agrigento, e proprio su questo spostamento la Cimo ha mosso i suoi maggiori rilievi nei confronti di Ficarra, sostenendo in un recente comunicato che il primario di talassemia fosse stato “illegittimamente demansionato e trasferito da Sciacca ad Agrigento sulla base di falsi presupposti e motivazioni a dir poco fumose”.
“La Cimo chiarirà”: Ficarra replica al sindacato accusandolo di collegare “in modo sibillino” lo spostamento di Buscemi “a motivazioni inerenti vicende di altra natura per le quali erano al tempo in corso indagini giudiziarie, assessoriali e ministeriali. È bene chiarire – prosegue il comunicato di Ficarra – che anche tale atto di trasferimento è stato oggetto di impugnazione innanzi al giudice del lavoro da parte dell’interessato, ma che lo stesso si è concluso con una salata condanna alle spese da parte del ricorrente”. Ficarra prosegue poi scrivendo che “non mancherà alla Cimo che chiama in causa più organi di controllo e vigilanza di chiarire, questa volta nelle naturali sedi atte a giudicare, i fatti e non le supposizioni sulla base di prove documentali quanto contenuto nei comunicati stampa”.
Tra le accuse mosse dalla Cimo c’era anche quella di avere spostato Buscemi in attesa delle conclusioni di un processo giudiziario. Il sindacato sostiene che non erano in atto processi penali a carico di Buscemi e che quindi l’atto di trasferimento era illegittimo. A questo Ficarra replica nel comunicato, annunciando che alla Cimo verrà chiesto “se risulta vero che il procedimento di nomina del loro difeso (il primario di talassemia Buscemi, ndr) sia stato oggetto o meno di procedimento penale chiarendo magari, e se corrisponde al vero, l’esito dello stesso e i riverberi connessi”.
Nel comunicato di Ficarra un cenno anche a una vicenda sindacale. La Cimo criticherebbe l’ex direttore generale dell’Asp di Agrigento, si legge, per “l’assegnazione, e non il trasferimento come impropriamente detto, della segretaria aziendale Cimo presso il posto in cui risultava vincitrice di concorso, non capendo perché dovesse lavorare presso sedi diverse”. Questo atto, si legge ancora nel comunicato, “è stato oggetto di ricorso per comportamento antisindacale nell’anno 2017, ad oggi conclusosi con il rigetto dello stesso e condanna delle spese a carico della Cimo”.
La Cimo respinge tutto. In una replica al comunicato di Ficarra, il sindacato medico dichiara che il direttore generale “continua a fare affermazioni lontane dalla realtà dei fatti”. Sulla vicenda delle epatiti a Sciacca, scrive la Cimo, “Ficarra adottò una delibera con la quale trasferiva il Dr Filippo Buscemi ad Agrigento, argomentando di presunte indagini amministrative e giudiziarie. La genericità di quelle affermazioni e il loro riferimento alla UOC diretta dal Dr Buscemi era tale da essere suscettibile di interpretazioni equivoche”. Queste affermazioni, prosegue la Cimo, condussero “all’apertura di un procedimento disciplinare con la sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso, poi revocata perché basata su presupposti infondati”. Un cenno, nel comunicato, anche al ricorso per condotta antisindacale promosso da Cimo nei confronti di Ficarra, che non sarebbe concluso. “L’unico punto su cui si concorda con il Dottor Ficarra – è la conclusione del comunicato Cimo – è che sarà la sede giudiziaria e stabilire chi dice il vero e chi fa supposizioni infondate”.