KABUL – La vendetta dei talebani non ha tardato ad arrivare. E’ di almeno tre morti e novanta feriti il bilancio provvisorio dell’attentato suicida avvenuto oggi vicino Kabul e rivendicato da un portavoce degli ex studenti coranici, Zabihullah Mujahid.
Nella giornata di mercoledì 21 il governo afghano aveva annunciato di aver impiccato sei insorti accusati di terrorismo. Quattro di questi erano affiliati dei talebani, i quali prima dell’esecuzione avevano inviato un appello all’Onu, alla Croce Rossa e a varie organizzazioni per i diritti umani, perché si impedisse l’impiccagione di “prigionieri politici”.
Il governo, presieduto da Hamid Karzai, non ha tuttavia rinunciato all’esecuzione di massa, nella quale sono stati giustiziati altri quattro prigionieri e che ha provocato vivaci polemiche sia nel Paese che in Occidente. Come spesso accade, la vendetta dei talebani non ha risparmiato civili innocenti: il kamikaze che a bordo di un’auto-cisterna si è fatto saltare in aria nella zona di Maidan Shahr, 35 km a sud-ovest della capitale, ha provocato la morte di ben 75 uomini e 15 donne.