CATANIA – E’ una lotta incessante quella dei comitati No-Muos contro l’eventuale militarizzazione della Sicilia. Proteste e manifestazioni cominciate a seguito dell’atto con cui il 24 luglio scorso, il presidente della Regione Crocetta ha revocato i provvedimenti di revoca delle autorizzazioni all’installazioni delle 46 antenne NRTF a Niscemi.
Quest’oggi, infatti, nel corso di un incontro è stato illustrato il fitto programma di mobilitazioni previsto per la seconda settimana di lotta. “Abbiamo iniziato – spiega Nino Romeo, membro del comitato No-Muos catanese a LiveSiciliaCatania – immediatamente con le mobilitazioni dopo la revoca della revoca di Crocetta, procedendo anche con l’occupazione del Comune di Niscemi. Occupazione caratterizzata da una significativa partecipazione di tutta la cittadinanza. La lotta No-Muos è un problema ormai nell’agenda nazionale. Le ricerche fatte fino ora dall’Istituto Superiore di Sanità, unitamente alle rilevazioni – sottolinea – sono state condotte attraverso criteri di dubbia scientificità e avulse dal contesto in questione”.
Ma gli eventuali effetti dell’interazione fra inquinamento elettromagnetico e chimico, insieme ai rischi per la sicurezza dei voli civili e della salute umana, non sarebbero gli unici motivi secondo i quali l’installazione del Muos andrebbe scongiurata. “Qui non c’è solo un problema ambientale legato alla salute e al traffico aereo, – prosegue Romeo – qui c’è un’implicazione bellica. La guerra provoca dei morti, feriti. È troppo facile lanciare delle bombe con degli aerei. Questa è una lotta contro la militarizzazione di questa terra.
Il dietrofront della Regione è avvenuto proprio alla vigilia dell’udienza fissata per il 25 luglio a Palermo, nella quale i giudici si sarebbero pronunciati relativamente “l’appello cautelare” avanzato dal Ministero della Difesa contro l’ordinanza del Tar di Palermo del 9 luglio. Ordinanza nella quale verrebbero enucleati “i principi di precauzione” secondo i quali l’impianto Muos non debba essere installato prima che ogni ipotesi di presunta nocività venga del tutto esclusa. Il tribunale palermitano, infatti, aveva rigettato la richiesta di sospensiva proposta dallo stesso Ministero.
All’indomani della revoca della revoca (e non è un gioco di parole) il presidente Crocetta ha giustificato l’atto, attraverso una nota, dichiarando che il ripensamento era giustificato dall’ esigenza di evitare il pagamento di una penale di 18 milioni agli dollari Stati Uniti. Affermazioni del tutto smantellate dai legali del Coordinamento regionale dei comitati No Muos. “Dagli atti depositati – spiega Sebastiano Papandrea, uno dei legali a LiveSiciliaCatania – che abbiamo consultato tale affermazione risulta priva di fondamento. Non esiste da nessuna parte che il governo statunitense abbia avanzato una simile richiesta di risarcimento ai danni della Regione Sicilia”.
Ma secondo i comitati, dunque, ci sarebbero altri interessi dietro la decisione di Crocetta. I sospetti si aggirano intorno ad un “presunto accordo” che sarebbe avvenuto “sotto banco” fra Regione e Ministero della Difesa. “La revoca della revoca – si legge in una relazione redatta dagli stessi avvocati – si basa solo su una parte della relazione dell’Istituto Superiore di Sanità secondo la quale non ci sarebbero rischi per la salute. E la Regione non ha minimamente tenuto conto dei parei tecnici nominati dalla stessa, poiché risultano in contrasto con le conclusioni dei tecnici ISS. Inoltre, – prosegue la nota – nel revocare la revoca non si tiene conto della relazione finale del professore D’Amore della Sapienza di Roma, nominato come verificatore dal Tar d Palermo, secondo il quale gli studi effettuati sono incompleti e privi di rigore. In ogni caso neanche la relazione degli scienziati ISS non avrebbe giustificato il provvedimento, perché evidenzia che non sono ben conosciuti gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico a lungo periodo”.
“Dunque questa revoca della revoca – aggiunge Papandrea – si basa su fatti erronei. Si tratta di un atto scorretto da un punto di vista politico e giuridico. Dal canto nostro cercheremo di percorrere tutte le strade possibili. Non vorremmo aspettare di vedere la cittadinanza ammalarsi – conclude – e il traffico aereo disturbato”. A Niscemi, dunque, a partire dal 5 agosto fino all’11, si terranno “mobilitazioni e azioni di disobbedienza civile” contro la realizzazione dell’impianto Muos.