Attraversamenti al Lungomare |Il Ministero non li consente - Live Sicilia

Attraversamenti al Lungomare |Il Ministero non li consente

Secondo una direttiva, gli attraversamenti rialzati non dovrebbero essere realizzati in strade principali o percorse da mezzi di soccorso.

codice della strada
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CATANIA – Un video, realizzato da Salvo Grillo, ha fatto indignare – e ridere – molti catanesi. Quegli attraversamenti pedonali rialzati realizzati sopra la pista ciclabile non sono andati giù ai cittadini che hanno subito gridato allo scandalo. Accusando, alcuni, gli  operai di Multiservizi e il suo presidente Michele Giorgianni che, su Facebook come sugli organi di stampa replica. “La Multiservizi é intervenuta solo a fare le strisce di segnaletica orizzontale – scrive il numero uno della partecipata del Comune. Non comprendo perché i pedoni non dovrebbero potere attraversare in sicurezza dove vi è la pista. Ma questa è una valutazione da cittadino. La Multiservizi esegue ordini, sulla bontà degli ordini chiedete alle autorità preposte”.

Si può fare? Non si può fare? Forse il buon senso suggerirebbe di no, per evitare ai ciclisti di trovare ostacoli lungo il percorso. Anche perché, in caso di scarsa visibilità, gli attraversamenti potrebbero ottenere risultati diversi. Opposti. Ma la questione pare un’altra e di ben altra natura. Secondo il Ministero delle Infrastrutture, infatti, la realizzazione di questi mezzi per rallentare il traffico deve seguire una logica ben precisa. Lo afferma la II Direttiva sulla corretta ed uniforme applicazione delle norme del Codice della strada in materia di segnaletica e criteri per l’istallazione e le manutenzione, al capitolo 5.

A pagina 39 si legge: “l’illusione che l’attraversamento pedonale così realizzato risulti meglio visibile è presto smentita dal tempo e dalla immediata constatazione che utilizzando un qualsiasi colore di fondo diverso dal grigio scuro o dal nero del conglomerato bituminoso si riduce il rapporto di contrasto tra i colori e si riduce quindi anche la visibilità dell’attraversamento. Cosa che peggiora ulteriormente in condizioni di scarsa visibilità, notturne o sotto bagnato”.

Non solo. Nella direttiva si legge ancora: “vale la pena di rammentare che in generale le misure di regolamentazione della circolazione nei centri abitati sono ispirate al criterio della migliore fluidificazione del traffico, senza impedimenti, sulla viabilità principale o di attraversamento, che interessa spostamenti su più lunghe distanze; ed a provvedimenti di gestione della sosta e di tutela delle utenze deboli (bambini, anziani, invalidi, ciclisti, ecc…) nelle isole ambientali, dove gli spostamenti sono per lo più pedonali o comunque su più brevi distanze.

Di conseguenza non è opportuno, né consigliabile, realizzare rialzi nel primo caso. Il provvedimento potrebbe risultare addirittura controproducente. Infatti, la velocità desiderata da un utente della strada è quella che può essere attuata nelle più favorevoli condizioni di ambiente, di geometria della strada e di traffico, tesa a minimizzare il tempo di viaggio. Intenzionalmente, o istintivamente, l’utente è portato a recuperare le eventuali perdite di tempo incontrate lungo l’itinerario per cercare di contenere il tempo di spostamento e quindi ad ogni rallentamento, comunque indotto, consegue di solito un aumento dell’andatura per recuperarlo, riducendo così il margine di sicurezza. Non va trascurata anche l’eventualità che gli utenti della strada possono scegliere di conseguenza un diverso itinerario che potrebbe spostare il problema che si intende risolvere su strade contigue”.

Insomma, questi attraversamenti dovrebbero essere realizzati lungo strade considerate non principali per il traffico. Cosa che non sembra corrispondere al Lungomare, notoriamente prolungamento della Circonvallazione, tanto da aver richiesto l’apposizione dl cordolo a protezione della pista ciclabile – come anche al corso Italia o in via Giuffrida. La direttiva conclude evidenziando come “In ogni caso si suggerisce di non installare i manufatti di che trattasi in prossimità delle sedi di organi di Polizia o di istituzioni che operano anche in condizioni di emergenza, o lungo i consueti percorsi dei veicoli di trasporto pubblico o di emergenza al fine di non ostacolare o rallentare la loro attività”. Il rischio è la richiesta di risarcimento al proprietario della strada, ovvero al Comune.

Una questione, quest’ultima, di cui abbiamo chiesto all’assessore alla Viabilità Rosario D’Agata. “Il lungomare è sede stradale adatta – afferma – i mezzi di soccorso in transito rallenteranno”.

 

 


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