La nota è dura ed esplicita e ricostruisce un caso tragico dal punto di vista dello strazio e della richiesta di verità di chi subisce le conseguenze del dolore. Parliamo della vicenda di Augusta Turiaco, la professoressa messinese morta dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. “A seguito del deposito della relazione medico – legale che ha attestato la sussistenza di un nesso causale tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e il decesso della prof. Augusta Turiaco, la Procura della Repubblica di Messina ha presentato richiesta di archiviazione del procedimento penale. Si chiede la pubblicazione del comunicato della famiglia Turiaco assistita dall’avv. Daniela Agnello – si legge nella nota del legale che difende la famiglia -. La Procura della Repubblica non ha fatto indagini sulla società che ha prodotto il vaccino AstraZeneca e non ha indagato sulle autorità che hanno autorizzato la somministrazione di un vaccino che ha causato la morte della nostra cara e amata Augusta”.
‘Verità e chiarezza’
“La famiglia Turiaco continua a chiedere verità e chiarezza, lamenta la mancata risposta agli inquietanti e allarmanti interrogati rimasti senza indagine rispetto ad un vaccino non sicuro dal momento che ha causato la morte di Augusta. La Procura in poche righe ha escluso la responsabilità del produttore del vaccino ritenendo che ‘il vaccino è stato somministrato a seguito delle autorizzazioni delle competenti autorità (EMA e AIFA) e, dunque, dopo la rigorosa osservanza di tutte le sperimentazioni e protocolli previsti dalla legge prima della produzione e della commercializzazione del farmaco, secondo lo stato di avanzamento della ricerca all’epoca dei fatti’. Agli atti non sussistono accertamenti che sostengono le motivazioni degli organi inquirenti. I trials sulla sperimentazione sono stati condotti in maniera corretta? Come mai non hanno tenuto conto di pubblicazione studi scientifici del 2007 che mettevano in risalto che i vaccini a vettore adenovirale potevano dare problemi di trombocitopenia?”.
Pronto il ricorso
“Perché le comunicazioni e le informazioni sugli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca sono state divulgate solo il 24 marzo laddove vi era già la conoscenza di eventi avversi? – prosegue il comunicato -. Perché in Inghilterra nel mese di marzo avevano già i protocolli clinici di cura delle trombosi provocate dal vaccino? E ancora, perché la modifica del consenso informato e del foglietto illustrativo e la pubblicazione della nuova scheda da parte di EMA, le contraddizioni, la sospensione e in ultimo il ritiro del vaccino così come i tanti, e tanti altri interrogativi sono rimasti senza inchiesta e senza risposta? La famiglia non si ferma e si rivolgerà al Giudice delle indagini preliminari per avere chiarezza e verità, risposte e chiarimenti su un vaccino che ha determinato la morte di Augusta. Riteniamo che sia stata violato anche il diritto ad una adeguata e corretta informazione del paziente che si sottopone al trattamento di vaccinazione. L’esposto ha sempre costituito non un attacco alla campagna vaccinale, ritenuta necessaria e indispensabile, ma un segnale di allarme, una richiesta di indagini, di chiarimenti e di approfondimenti, di verità nel rispetto del diritto alla salute quale bene inviolabile della collettività”. Sarà presentata, da qui a breve, una opposizione.
La perizia
In una precedente nota l’avvocato Agnello aveva scritto: “I consulenti della Procura di Messina hanno depositato la relazione tecnica medico – legale con le indagini istologiche e di laboratorio e hanno attestato la sussistenza di un nesso causale tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e il decesso della prof. Turiaco. Lo specialista in medicina legale, coadiuvato dagli specialisti in malattie infettive e in anatomia patologica, ha escluso la sussistenza di ulteriori cause patogenetiche o di disordini immunitari e/o infezioni e ha riscontrato gli ‘anticorpi antieparina PF4‘ studiati e approfonditi dal prof. Andreas Greinacher e in altri studi in ambito europeo e americano. I consulenti nelle 59 pagine ritengono, senza ombra di dubbio, che il decesso della Turiaco è in relazione eziologica con la somministrazione del vaccino AstraZeneca avvenuta in data 11 marzo 2021. I tecnici escludono profili di responsabilità colposa a carico dei sanitari intervenuti nella vicenda evidenziando che gli scarsi dati della coeva letteratura scientifica oltre l’assoluta incertezza normativa dell’epoca consentono di far ritenere esente da censure l’attività del personale medico e infermieristico”.