L’ultimo rapporto dell’Inail sugli incidenti sul lavoro non porta buone notizie per la Sicilia. Gli incidenti sono aumentati. Nel 2008 sono stati 35.590, lo 0,02 per cento in più rispetto al 2007, dati in controtendenza rispetto all’andamento nazionale che indica un calo degli incidenti del 4,1 per cento. Più colpiti nell’Isola i settori dell’industria e dei servizi. Colpa di una “crisi profonda della struttura economica siciliana”, spiega il segretario regionale della Cgil, Maurizio Calà. “Si risparmia sulla sicurezza e si punta invece sul lavoro nero, avendo così meno occupati ma più incidenti” sostiene il sindacalista. Calà ha sottolineato come i dati riguardano solo i lavoratori regolari in Sicilia, “non considerando quindi tutti quei lavoratori in nero che ogni anno sono vittime di incidenti”.
Le provincie siciliane col maggiore numero di incidenti sono Palermo, con 7.476 casi registrati, e Catania con 7.109. Ragusa invece, come risulta dal rapporto, è la città siciliana che ha subito il maggior calo, -5,2%. La bandiera nera degli incidenti va a Trapani con un aumento del 10,3%. Il maggior numero di morti bianche sono avvenute a Catania (23). Per Marangoni, direttore regionale Inail Sicilia, l’obiettivo è “porre un’efficace azione di prevenzione a diversi livelli di intervento, per ridurre i costi economici, sociali e assicurativi del fenomeno infortunistico per effetto del miglioramento delle condizioni di sicurezza e salute negli ambienti di lavoro”.
La proposta della Cgil è, invece, di attuare un piano di sviluppo per trasformare le piccole e medie imprese in “consorzi siciliani”. Un modo per allargare il mercato siciliano importando una cultura della sicurezza che manca completamente all’imprenditoria locale permettendo così una crescita professionale ed economica alla regione.
Diminuisce – anche se solo di una unità – il numero dei morti in Sicilia: dai 77 del 2007 ai 76 del 2008.