CATANIA – “La categoria è al collasso ed arriva una nuova mazzata che non potrà che decretarne la fine”. A Denunciare la grave condizione dei gestori dei lidi balneari è il capogruppo del Pdl all’Ars Nino D’Asero, alla luce dell’approvazione della manovra di bilancio un mese fa che comporta l’aumento dei canoni per le concessioni demaniali marittime. “Si parla in alcuni casi anche del 600%, un balzello spropositato – spiega il deputato regionale, che per questo motivo ha presentato una interrogazione al Presidente della Regione, all’Assessore per le attività produttive, all’Assessore per il territorio e l’ambiente e all’Assessore per il turismo, lo sport e lo spettacolo – che ha, come se non bastasse, l’effetto retroattivo, cioè va pagato a partire dal 1° gennaio 2013. Un duro colpo per questo settore ormai da diversi anni invischiato in una condizione di crisi galoppante e che adesso subisce questo altro iniquo aumento.
A Catania e provincia, ad esempio, sono oltre 80 le imprese che rischiano il collasso – sottolinea – con la conseguente ed inevitabile perdita di centinaia di posti di lavoro. Come PdL non abbiamo mai fatto mancare il sostegno alla categoria che da tempo ha lanciato un allarme, assolutamente inascoltato dal Governo regionale. Sarebbe stato preferibile, prima di presentare e votare questa norma affossatrice – dichiara D’Asero – sentire in anticipo le organizzazioni di categoria. Al di là delle misure di adeguamento del canone non si può non tenere conto della condizione in cui i gestori di lidi si trovano. E non dimentichiamo che nella nostra isola il loro contributo a livello economico non è indifferente, considerata la vocazione turistica del territorio grazie ad un clima favorevole. Non è mai troppo tardi per rimediare – dice fiducioso il Presidente del gruppo del PdL – occorre subito affrontare complessivamente e con le gli addetti ai lavori tutti gli aspetti legati a queste attività. Mi riferisco – spiega – allo snellimento dell’iter per il rilascio delle concessioni che risulta lunghissimo e farraginoso, all’applicazione di canoni economicamente sopportabili tali da non pregiudicare la stessa esistenza delle aziende e conseguentemente al lavoro di migliaia di operatori che il settore ancora oggi assorbe”.