PALERMO- Nel 2014 le immatricolazioni di autovetture in Italia potrebbero, per la prima volta dal 2009, tornare a salire rispetto all’anno precedente. Ed anche in Sicilia il segno previsto per il prossimo anno è il più. La previsione, fatta dal Centro Studi Promotor, per la nostra regione si basa su un’ipotesi di chiusura del 2013 con 113mila immatricolazioni (-8,4 per cento rispetto al 2012) e parla di un incremento del 1,2% per il 2014. Nonostante il recupero, il volume di vendite resta estremamente depresso, il 58,2 per cento al di sotto dei livelli pre-crisi, con numeri sugli standard dell’inizio degli anni Ottanta. Per intendere meglio la differenza, basti pensare che nel 2007 furono immatricolate oltre 270mila autovetture.
Il centro studi bolognese, che in generale parla di ripresa per tutta l’Italia, vede la Sicilia tra le regioni che si riprenderanno per prime, con percentuali positive già dal mese di marzo. “La crescita ci sarà, anche se modesta sul livello infimo del 2013” ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. “Non ci si illuda: il 2014, nonostante la lieve ripresa, sarà un altro anno di passione per il mercato dell’auto, ma anche per l’economia italiana. Le condizioni per un arresto della caduta delle immatricolazioni sembrano essersi create, ma non vi sono certamente ancora le condizioni per una ripresa degna di questo nome”.
Nel micidiale cocktail di fattori che hanno fatto andare in picchiata in questi anni le vendite di auto, ci sono anche le difficoltà di accesso al credito ed il caro assicurazioni. “L’automobile – commenta Saverio Greco, vicepresidente di Federauto, il sindacato dei concessionari automobilistici – sconta una crisi culturale, perché sta perdendo la sua supremazia come bene non solo utile ma anche aspirazionale, a favore di altri consumi, primo fra tutti quello digitale, legato a smartphone, tablet e servizi di connessione mobile, che assorbono ora una parte cospicua del peraltro scarso reddito disponibile delle famiglie. Basti pensare che nelle due maggiori città siciliane, Palermo e Catania, si registrano per il 2013 i negativi peggiori d’Italia tra le città con oltre 100mila abitanti, rispettivamente il -27 e -29 per cento sull’anno precedente, mentre i dati sugli acquisti di New Technologies sono in terreno costantemente positivo da anni”.