PALERMO – Non sfruttò l’auto di servizio per finalità private. Archiviata l’inchiesta per peculato ai danni dell’ex assessore regionale Gaetano Armao. La decisione è del giudice per l’udienza preliminare Lorenzo Matassa che ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla stessa Procura. Si chiude così un caso giudiziario che scatenò mille polemiche.
Due erano gli episodi contestati all’ex assessore alla Funzione pubblica e ai Beni culturali, difeso dall’avvocato Giovanni Rizzuti. Il primo è datato 16 dicembre 2011. L’auto blu accompagna Armao ad Alcamo dove deve partecipare ad un convegno organizzato dall’Associazione nazionale comuni italiani. Armao conta di rientrare a casa, a Palermo, per prendere documenti e valigie. Deve, infatti, andare a Londra per partecipare, in veste istituzionale, ad un altro convegno organizzato dall’Istituto italiano di arte e cultura. Il convegno di Alcamo tarda a iniziare e il programma cambia. E così la macchina di servizio si mette in movimento senza, l’assessore a bordo, in direzione Palermo. Qui l’autista preleva la compagna di Armao, il giudice Giuseppina Bartolozzi, e l’accompagna a Punta Raisi dove l’attende Armano che ha raggiunto l’aerostazione con una macchina privata.
Nella richiesta di archiviazione, firmata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Roberto Tartaglia, si legge che “la macchina ha percorso lo stesso tragitto che avrebbe fatto ove fosse stato rispettato il programma originario. Non c’è lesione né dell’interesse patrimoniale né dell’attività funzionale dell’ente”.
L’altro episodio contestato raccoglieva una serie di spostamenti ‘anomali’ della macchina utilizzata per accompagnare la baby sitter e la figlia di Armao in diversi posti della città. Sul punto le testimonianze non sono state univoche. Un autista ricordava gli episodi, mentre un altro, così come altre persone, li ha smentiti. “Tali episodi – scrivevano i pm nella richiesta di archiviazione – se anche risultassero comprovati, andrebbero comunque limitati sotto il profilo numerico e della concreta lesività dell’ente”. Si trattava, infatti, di percorsi modesti.
Da qui la richiesta di archiviazione che si basava sull’analisi che la Procura ha fatto del regolamento regionale sull’utilizzo dell’auto blu messo nero su bianco in due delibere della Giunta datate 1992 e 2011: “Per un assessore l’auto di servizio è assegnata non solo per l’espletamento delle funzioni istituzionali a qualsiasi titolo, ma anche per gli spostamenti degli assegnatari da e per il rispettivo domicilio, in modo da garantire la disponibilità sette giorni su sette. È previsto che gli assegnatari possano discrezionalmente consentire l’accesso alle autovetture assegnate di persone estranee all’amministrazione”.