PALERMO – “Il ministro ha ritenuto opportuno non invitare l’avvocatura palermitana al convegno”. Si apre con una forte polemica l’evento organizzato a Palermo dal ministero della Giustizia sul tema ‘La convenzione di Palermo ieri e oggi’. Il presidente dell’Ordine degli avvocati palermitani Francesco Greco ha manifestato tutto il suo disappunto al responsabile del dicastero della Giustizia Alfonso Bonafede, appena arrivato al primo piano degli uffici giudiziari di Palermo. “Se non fossimo stati avvertiti dal presidente della Corte d’Appello – spiega Greco – non avremmo saputo della vostra iniziativa”. Bonafede è sorpreso. Replica scusandosi per il disguido: “Non sono io ad occuparmi della logistica, è stato un errore grave ma mi piacerebbe che lei partecipasse perché il contributo dell’avvocatura è importante e abbiamo una interlocuzione costante”. Greco non ci sta e va via. Non parteciperà ai lavori del convegno per fare il punto sulla convenzione per la lotta alla criminalità organizzata siglata qualche anno fa a Palermo.
Cosa ne pensa il ministro Bonafede delle dichiarazioni di Matteo Salvini sulla imminente sconfitta di Cosa nostra che avverrà “fra qualche mese o qualche anno”? “Posso dire che stiamo lavorando insieme per raggiungere il risultato. Ognuno ha il suo modo di dire le cose”, spiega Bonafede che glissa così sulle dichiarazioni del responsabile del Viminale.
Altro tema è quello sollevato ieri dalla Commissione Regionale Antimafia sulle responsabilità dei magistrati che hanno condotto le indagini sulla strage di via D’Amelio: “Non posso entrare nel merito di fatti che sono oggetto d’indagine e devono essere accertati. Posso dire che il popolo italiano ha diritto alla verità, e su questo lo Stato deve impegnarsi. La magistratura portando avanti le indagini che saranno necessarie per arrivare alla verità. Il ministero, una volta accertati i fatti e le lacune, ha la possibilità di portare avanti tutte le verifiche insieme al Csm”. Non fra altri vent’anni, si spera: Abbiamo un livello di magistratura altissima, forse il più alto d’Europa. È interesse del ministero individuare se c’è stata una lacuna e quindi intervenire con procedimenti disciplinari”.