PALERMO – Smontate le bancarelle, arrivano i furgoni. Alle otto di sera dalle strade dell’Albergheria gli abusivi sono appena andati via, ma restano i loro mezzi carichi di merce. Sono parcheggiati da un capo all’altro dell’area che si estende da corso Tukory a via Porta di Castro, pronti per essere ulteriormente riempiti anche sul tettuccio. Quelle successive allo smontaggio di baracche e banconi, sono ore di “raccolta” nei cassonetti del quartiere e di ricerca, anche nel mercato nero, di qualcosa da mettere in vendita.
Chi abita nella zona di Ballarò conosce bene le dinamiche del “mercatino dell’illegalità”, come da tempo è ormai stato soprannominato. Un’attività che nelle ultime settimane sarebbe diventata no-stop, con bancarelle e distese di merce in vendita sui marciapiedi anche nel pomeriggio.
“Va avanti così da tutta l’estate – dice Fiorenza Bonomolo – la zona è letteralmente invasa dagli ambulanti a tutte le ore. Non possiamo protestare, non possiamo chiedere che l’area venga sgomberata, noi residenti rischiamo il linciaggio ogni volta”. Alla presenza h24 degli abusivi, si aggiunge l’emergenza rifiuti, che nel quartiere è diventata un vero e proprio incubo. “Non è più soltanto un suk – aggiunge Giulio Lo Forti – ma una discarica a cielo aperto. Vorremmo sapere che fine ha fatto l’idea del Comune di legalizzare questo mercato. Vorremmo anche sapere perché l’immondizia lasciata nella zona, prima delle elezioni amministrative veniva raccolta e adesso no. Qualcuno ci spiega perché siamo stati abbandonati a noi stessi?”.
La zona, dopo il mercatino, in effetti somiglia ad un campo di battaglia. A pochi metri dall’ingresso al percorso Arabo-Normanno, quel che resta di bancarelle, mobili e banconi, viene accatastato agli angoli delle strade e vicino ai cassonetti già strapieni. Nei mesi scorsi un’enorme discarica ai piedi del museo Gaetano Giorgio Gemmellaro è stata data alle fiamme e il fuoco ha danneggiato la struttura di proprietà dell’Università. E soltanto pochi giorni fa un altro cumulo di rifiuti è stato incendiato alle spalle di Porta Sant’Agata.
“Una situazione insostenibile – proseguono i residenti – con merce di dubbia provenienza che invade le strade davanti ai portoni di casa ed anche la cancellata del museo, utilizzata per appendere abiti ed oggetti. A maggio molti di noi hanno partecipato ad un incontro con il sindaco, abbiamo proposto alternative e ricevuto riscontri positivi. Poi tutto è caduto nel vuoto e questa parte del centro storico è ripiombata nel degrado più assoluto”.