Baraccopoli di Messina | Chiesto lo stato di emergenza - Live Sicilia

Baraccopoli di Messina | Chiesto lo stato di emergenza

Il provvedimento del governo regionale.

Delibera di giunta
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PALERMO – «La baraccopoli di Messina costituisce una vergogna per la politica nazionale e regionale. Per cento anni non sempre ai buoni propositi hanno fatto seguito i fatti. L’Agenzia per il risanamento, voluta dalla coalizione del mio governo, deve essere lo strumento più agile per cancellare questa pagina disonorevole. Siamo accanto al Comune messinese in questa impresa difficile e insidiosa. E la delibera della richiesta di dichiarazione del gravissimo stato di emergenza igienico-sanitaria-ambientale è per noi un atto dovuto e sentito. Ora la palla passa a Roma. Ma sono certo che non mancheranno al governo centrale sensibilità e celerità per non arrestare una procedura già avviata». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci commentando la decisione della Giunta di governo.

In particolare, il provvedimento riguarda sei zone della città (Annunziata, Giostra-Ritiro-Tremonti, Camaro, Fondo Saccà, Bordonaro-Gazzi-Taormina e Santa Lucia) che si estendono per oltre 230mila metri quadrati, nelle quali sono presenti baracche e casette degradate, molte abusive – che ospitano 6.400 persone – conseguenza della gravissima situazione determinata dal terremoto del 1908 e mai risanata.

Dalle relazioni dell’Azienda sanitaria provinciale e dai sopralluoghi effettuati dai tecnici del Comune di Messina è emersa una condizione igienico-sanitaria molto precaria con scarichi fognari a cielo aperto, cumuli di rifiuti abbandonati, esalazioni maleodoranti e coperture realizzate in cemento-amianto. Con rischi elevati, quindi, per la salute dei residenti.

Il Piano di lavoro previsto dalla Protezione civile regionale prevede, prima, la bonifica delle aree e successivamente la demolizione delle baracche. Secondo la stima degli interventi effettuata dal Comune il costo complessivo dell’operazione dovrebbe essere di circa 35 milioni di euro. Nel contempo l’amministrazione comunale sta provvedendo a reperire gli alloggi (temporanei e definitivi) per gli oltre duemila nuclei familiari che vi abitano e per le quali è stato già disposto lo sgombero.

La delibera della giunta sarà adesso inoltrata alla presidenza del Consiglio dei ministri che dovrà delibera lo stato di emergenza.

“Piena soddisfazione per la delibera della Giunta Musumeci che ieri sera ha dichiarato lo stato di emergenza per la città di Messina per fare fronte al degrado socio-sanitario e ambientale presente nella zona delle baraccopoli. Adesso tocca al governo nazionale. Il premier Conti proponga per Messina lo stato di emergenza nazionale. La situazione socio-sanitaria e ambientale che interessa alcune zone della città è gravissima, indegna di un Paese civile. Servono interventi urgenti e non più derogabili. Il governo dimostri di interessarsi concretamente alla Sicilia”. Lo affermano in una nota i deputati di Forza Italia, Nino Germanà, Matilde Siracusano, Stefania Prestigiacomo, Giusi Bartolozzi, Nino Minardo, Francesco Scoma e Roberto Occhiuto, firmatari di un’interpellanza al presidente del consiglio dei ministri. Nell’atto ispettivo si legge che “a distanza di centodieci anni ancora esiste a Messina una delle più vecchie baraccopoli del nostro Paese, pesante eredità del terremoto che nel 1908 aveva duramente colpito la città. Un reticolato di baracche e unità abitative “provvisorie”, malsane, coperte da eternit che sprigionano letali fibre d’amianto, senza fognature e senza alcun servizio o quasi, e che si è andato estendendo negli anni. Si tratta di insediamenti dove vivono 6.400 persone in situazione di condizioni di estremo degrado. Una vera e propria emergenza igienico sanitaria e sociale”. “In conseguenza della gravissima situazione – prosegue l’interpellanza -, il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha emanato un’ordinanza contingibile e urgente per lo sgombero e la demolizione di tutte le strutture abitative che insistono negli ambiti di risanamento. Entro il 31 ottobre 2018, il suddetto sgombero dovrà riguardare tutte le persone e cose da tutte le strutture abitative che insistono negli ambiti di risanamento e la contestuale recinzione, messa insicurezza e vigilanza dei siti. Contestualmente l’ordinanza ha previsto anche la demolizione, entro il 31 dicembre 2018, di qualsiasi manufatto che insiste negli ambiti individuati”.


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