TAORMINA – Il Pd stoppa i tentativi di fidanzamento e circoscrive in friendzone i vari corteggiatori. Il segretario regionale Anthony Barbagallo, ospite della seconda giornata della kermesse di Sicilia Vera, mette le mani avanti. “Il Pd ha nelle sue corde il dialogo e il confronto con tutte le forze parlamentari perché la politica è soprattutto scambio di idee: oggi faremo valere le nostre ragioni. Ma ho più volte detto che il centrosinistra è alternativo a Cateno De Luca”, dice.
Il segretario dem, tuttavia, riconosce il lavoro alacre del deputato Danilo Lo Giudice, delfino di De Luca ferreo oppositore di Musumeci a Sala d’Ercole, con il quale si sono trovate numerose convergenze in aula.
Babarbagallo risponde anche all’azzurro Gianfranco Miccichè che ieri dal palco della Festa de l’Unità di Palermo ha teso la mano a tutte le forze politiche al governo nazionale per mettere in piedi un “modello Draghi” in salsa sicula. “Il Pd è fermamente alternativo alla Lega: pistoleri e intolleranze sono parole incompatibili con il nostro mondo: noi stiamo lavorando con coerenza a un progetto che vede insieme progressisti e riformisti e che si fondi sull’alleanza tra Pd, M5S e forze di sinistra”, argomenta. Ma il perimetro della coalizione può essere allargato.
“Se ci sono forze popolari e moderate con storie civili autentiche saremo ben lieti di avviare un confronto”, dice Barbagallo che chiede a Miccichè di “rompere con Musumeci”.
Rimane il nodo del candidato alla presidenza. Barbagallo rivendica il fatto di avere creato un asse con i pentastellati impensabile fino a poco tempo fa e annuncia che il nodo del candidato alla presidenza sarà sciolto all’indomani del voto delle amministrative. Sul “che fare”, Barbagallo rispolvera lo strumento delle primarie. “Il Pd tiene in caldo la soluzione delle primarie che però va condivisa con tutta la coalizione”, dice.
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