Dalla tenerezza alla paura | Il corpo amaro delle donne - Live Sicilia

Dalla tenerezza alla paura | Il corpo amaro delle donne

Amaro può diventare il corpo di una donna se ti mette difronte alla responsabilità di un altro corpo che cresce in lei.

Il caso Basile e altro
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Dolce è -al principio – il corpo di una donna, quando ne condividi bellezza e intimità. Puoi accarezzarlo, per libera scelta di entrambi, restando incantato dalle pieghe della sua armonia.

Amaro può diventare il corpo di una donna se ti mette difronte alla responsabilità non voluta di un altro corpo che cresce in lei. E talvolta accade che le frasi d’amore siano revocate, le carezze richieste indietro o che la tenerezza svanisca nelle asettiche e precise scalfitture che segnano i verbali della giustizia.

La vicenda del corpo di questa donna di cui si scrive è risaputa. L’ha ricostruita con puntualità il nostro Riccardo Lo Verso: “È la storia di un figlio non riconosciuto, degenerata in presunte minacce per spingere una donna ad abortire e violenza privata, ma anche la storia di un licenziamento usato come arma per zittirla e non fare venire a galla lo scandalo della relazione clandestina. Agli arresti domiciliari è finito Rosario Basile, 74 anni, presidente della Ivri, società che controlla Ksm, leader nei servizi di vigilanza”.

La signora sullo sfondo – di cui si tace il nome per la privacy dovuta al bambino – ha una bella figura, come si nota sfogliando le immagini del suo profilo facebook. Le sue affermazioni – che dovranno essere valutate dall’autorità giudiziaria – appaiono lapidarie: “Mi dispiace che sia finita così. Volevo che riconoscesse il bambino, mi sono soltanto difesa. Ho perso il lavoro dopo la maternità. Mi avevano minacciato, mi dicevano che mi avrebbero cacciato se fossi andata avanti. La storia non è finita, ci sono tanti aspetti che devono ancora venire fuori. Si sono intromesse un sacco di persone. Da parte mia non è mai partita una denuncia. Mi sono sempre difesa. Cos’altro dovevo fare di fronte all’accusa di estorsione?”.

Non sappiamo nulla della realtà delle cose fin qui narrate. E il garantismo vuole che sia un giudice ad emettere, casomai, le sentenze. Rosario Basile è dunque, innocente. Ma anche se i fatti, per come sono stati raccontati, non fossero veri, sarebbero verosimili, con altre situazioni e con diverse persone, perché ripercorrono una trama conosciuta.

Il centro è sempre il corpo delle donne. Nella dolcezza che suscita, quando appare libero, disponibile e vicino, senza nulla a pretendere. Nell’amarezza che instilla in certi maschi-bambini che quello e solo quello bramano, come se fosse un giro di giostra gratis, e non sono disposti ad accettare l’esito di ciò che fino a un attimo prima chiamavano amore.

E verrebbe quasi da ridere – se non ci fossero troppi corpi e troppo dolore – pensando a certe campagne governative per la fertilità, che incitano a fare figli a non ritardare, come se fosse una esclusiva scelta femminile e i bambini nascessero sotto il cavolo delle fiabe, sempre dimenticando il maschio collaterale che non sa diventare uomo.

Perché poi il corpo di una donna ha anche un’anima in dotazione. Ma non lo ricorda quasi nessuno.


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