Basta con le elemosine | Questo governo è una farsa - Live Sicilia

Basta con le elemosine | Questo governo è una farsa

Dura presa di posizione del presidente di Confindustria. Fra elemosine clientelari e mentalita' incrostate, il j'accuse di Alessandro Albanese ad un modo di fare politica che sta strozzando le imprese.

lettera aperta di Confindustria a Lombardo
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1 min di lettura

Caro direttore,
Assistiamo giorno dopo giorno alla farsa di un governo dimissionario che continua a foraggiare clientele, ad alimentare la subcultura del posto fisso calato dall’alto di una raccomandazione politica. Altrimenti non riusciamo a spiegarci quest’ennesima manovrina con cui il presidente della Regione ha rivisto i limiti di spesa, regalando nuove elemosine ai sottoboschi della formazione, dei forestali, dando priorità al personale.
Le scelte strategiche di Lombardo possono comprendersi  solo studiando i meccanismi di certe mentalità incrostate.  Chi per tanto anni ha vissuto grazie a uno stipendio pubblico, governerà con la mentalità dell’impiegato  pubblico. Favorirà il posto pubblico, a spese della Sicilia.
Inutile fare notare che la ricchezza di un territorio la fanno le imprese e il lavoro privato. È troppo ovvio il principio per cui, per redistribuire ricchezza, è necessario crearla. E solo l’impresa e il lavoro privato possono creare ricchezza. Se veramente volessimo fare dell’autonomia un valore aggiunto e non solo un trito slogan, dovremmo cominciare a camminare sulle nostre gambe. E certamente mai potremo camminare sulle gambe della finta formazione o dei forestali.
Inutile sottolineare che solo l’impresa potrà essere la chiave per uscire da questo tunnel. E altrettanto vano  è rimarcare che da sette mesi tutti gli imprenditori che insistono in aree industriali ex asi non hanno un interlocutore. L’irsap esiste ma per privilegiare la politica ancora non è operativo. Chi sconta i ritardi e le inefficienze  di una barca senza timone? Naturalmente le imprese. Chi viene sacrificato da scelte illogiche e  anacronistiche? Guardiamo attoniti le decisioni assurde di un dittatore dimezzato che ancora privilegia gli stipendifici e si ostina a non vedere che il mondo soffre la crisi e la Sicilia corre verso il precipizio.
E noi, lavoratori e imprese private, paghiamo.


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