Recentemente ho scritto sul mio Blog che sogno un Pd, specialmente in Sicilia, punto di riferimento dei giovani, delle famiglie, degli imprenditori. Un punto di riferimento per la capacità di confrontarsi sui temi concreti, di progettare, di concorrere alla soluzione delle emergenze con lo sguardo, però, rivolto alle prossime generazioni. Un Pd che non sia il residuo di vecchie oligarchie, di padronati personali, di correnti asfittiche, ma credibile sintesi delle culture che hanno dato le fondamenta alla democrazia nel nostro Paese.
E’ il sogno che mi ha spinto ad abbracciare il progetto di governo e di partito di Matteo Renzi, l’unica ragione che mi ha convinto ad avvicinarmi al Pd. Finalmente un segretario che non proviene dalla storia dei partiti della prima Repubblica, finalmente un presidente del Consiglio che vuole dare una scossa a un Paese rimasto per troppo tempo immobile. E’ utopia? E’ velleitarismo? Ditemelo voi, dirigenti del Partito Democratico. Se non vogliamo accontentarci degli spazi angusti dell’acquisito, se vogliamo guardare in alto e lontano, dobbiamo avere il coraggio di buttarci, anima, testa e cuore, dalla parte dei visionari, di coloro che intendono e praticano la politica in un’unica maniera, accanto ai cittadini, ai loro bisogni, alle loro speranze.
In queste ore il Pd in Sicilia, terra in cui giovani, famiglie ed imprese sono allo stremo, mostra parecchia sofferenza, assistiamo a divisioni che forse attraverso un dialogo diretto e costante potrebbero essere superate. Ciò che appare è che non ci si parla e si affida a Roma la composizione dei conflitti, magari sperando che sia a favore di qualcuno e in danno di qualcun altro. Non credo sia la strada giusta. Anche qui, forse pecco d’ingenuità? Ditemelo voi, dirigenti del Partito Democratico cui rivolgo la seguente domanda: vogliamo continuare così, con le lacerazioni che stanno minando alla radice un rapporto già difficile con i cittadini che non vogliono saperne di scontri dentro e tra le forze politiche consumati sulla loro pelle? Perché non sedersi attorno ad un tavolo con due soli argomenti all’ordine del giorno.
Primo, come raggiungere l’unità del partito, pur nel rispetto delle diverse anime che lo compongono. Secondo, come dare un forte impulso, sulla base di chiari punti programmatici, all’azione del governo regionale. Oppure, si ritiene che il governo Crocetta non sia in grado di continuare un percorso virtuoso nell’interesse dei siciliani? Bene, si abbia il coraggio di staccare la spina. Una cosa è certa, occorre un colpo d’ala, prima dell’appuntamento delle elezioni europee. Occorre, in sostanza, cambiare musica e offrire a iscritti, simpatizzanti ed elettori del Pd, ma soprattutto agli stanchi, agli indecisi, a chi non vuole più andare a votare, un altro spartito con note ben più gradevoli al posto dei suoni striduli e fastidiosi finora costretti ad ascoltare.
Pippo Russo