CATANIA – Era il 21 novembre 2009. Era un sabato pomeriggio ed erano passate tre settimane dallo sgombero del centro popolare occupato Experia di via Plebiscito, avvenuto all’alba del 30 ottobre di quell’anno. Gli attivisti dell’ex Cpo avevano annunciato una nuova occupazione, ma a sorpresa non avevano aperto il portone sigillato dell’ex cinema Esperia. Avevano invece riaperto quelli del Bastione degli Infetti di via Torre del Vescovo, il giardino cinto dalle mura di Carlo V, ai tempi ridotto in stato di totale abbandono. Tra i nuovi occupanti di quel primo pomeriggio di novembre c’è una ragazza coi capelli corti, che accenna un sorriso in alcuni dei video rintracciabili in Rete. Quella ragazza era Stefania Noce, aveva 22 anni.
Due anni e un mese dopo, il 27 dicembre 2011, a 24 anni, Stefania sarebbe stata uccisa dal suo ex fidanzato, Loris Gagliano, a Licodia Eubea. Gagliano, ai tempi studente di Psicologia, oggi sta scontando una condanna in via definitiva all’ergastolo. Da venerdì 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al Bastione degli Infetti un albero di ulivo poterà il nome della giovane donna, attivista femminista, diventata un simbolo della lotta contro il femminicidio.
“Stefania Noce si era mobilitata come tantissime persone dopo il violento sgombero dell’Experia, a due passi dal Bastione – ricorda Salvatore Castro, del Comitato popolare Antico Corso – E fece parte di quel numeroso gruppo di persone che il 21 novembre aprirono il portone del Bastione, riportandolo all’attenzione dell’intera città”. Da quel momento in poi, infatti, il Bastione degli infetti è stato al centro di una lunga battaglia per la riapertura e la sistemazione, che ha visto proprio il Comitato in prima fila per ottenere la valorizzazione di un bene archeologico troppo a lungo dimenticato.
“Dobbiamo ammettere – afferma ancora Castro – che in quel periodo il Comitato era colpevolmente dormiente. Da quel giorno lì, però, abbiamo ripreso la nostra attività e siamo arrivati fino a oggi. Stefania c’era, e quel giorno ha piantato un seme“. Quel seme metaforico, tredici anni dopo, è diventato un albero di ulivo, donato a giugno al Comitato dall’Associazione produttori olivicoli. “È un albero di una varietà locale, che racconta una battaglia sociale e per l’ambiente. Temi che a Stefania Noce erano particolarmente cari”. A giugno, con il caldo estremo registrato quest’estate, non era il momento giusto per mettere a dimora il piccolo ulivo. Così gli attivisti hanno deciso di attendere tempi migliori. E, come un frutto, a poco a poco è maturata l’idea che quell’albero potesse raccontare una storia più ampia.
Dal dialogo con l’associazione Sen (Stefania Erminia Noce), è nata la proposta dell’intitolazione. Una cosa viva, un simbolo diverso dalla panchina rossa, per raccontare che “Stefania continua a parlare“, dice chi le era amico. “L’albero è forse l’immagine più profondamente legata al territorio che si possa pensare”, spiega Serena Maiorana, oggi docente al liceo scientifico Boggio Lera e scrittrice del libro “Quello che resta”, sulla storia di Stefania, edito dalla casa editrice Villaggio Maori. “Pensavo che mi avessero chiesto di raccontare una storia interrotta il 27 dicembre 2011, ma ho capito presto che quella di Stefania era una storia destinata invece a continuare – aggiunge l’autrice a LiveSicilia – Il mio compito è diventato quindi subito più ampio: raccontare quello che nasce grazie all’esempio di una donna come Stefania, attivista per i diritti degli altri e, soprattutto, delle altre”.
“Si apre adesso un altro tipo di narrazione, che prevede che siamo tutti e tutte a prenderci cura del bene comune, proprio come faceva Stefania”. Gli studenti e le studentesse del Boggio Lera prenderanno parte all’evento, il liceo classico Spedalieri ha attivato un progetto di piantumazione di piante aromatiche al Bastione, di cui saranno allievi e allieve a occuparsi. L’associazione studentesca Siamo Futuro Catania ha organizzato un appuntamento pubblico per discutere di violenza di genere proprio sotto all’albero Stefania Noce. E gli appuntamenti continueranno. All’intitolazione prenderanno parte anche esponenti dei Comuni di Catania e di Licodia Eubea, che patrocinano la manifestazione. “L’impegno contro la violenza di genere, come quest’albero, – conclude Serena Maiorana – sono nelle mani di chi resta“. In quelle di tutte e tutti.