ROMA – Il regista palermitano Franco Maresco, regista di ‘Belluscone – Una storia siciliana’, non ci sta. Vincitore del Premio speciale della Giuria a Orizzonti al Festival di Venezia, fa un appello agli esercenti a sostenere il suo film che, pur con un grande consenso di spettatori, rischia di essere smontato prematuramente dalle sale. I dati Cinetel gli danno ragione in quanto il suo film non solo si è attestato al 14/mo posto al Cinetel ma è quarto, e primo tra gli italiani, come media copie con 1898 dopo Colpa delle Stelle, Mercenari 3 e Winx Club. E dagli esercenti arriva la risposta. Le copie aumentano di dieci unità, passando da 38 a 48. “In un momento in cui il cinema italiano più indipendente avrebbe bisogno di una strategia che non si arrenda alle leggi del mercato dei blockbuster – dichiara in una nota il regista prima di sapere dell’aumento copie -: mi pare delirante e autolesionistico ammazzare quei film che con fatica conquistano la presenza degli spettatori nelle sale”.
”Nel caso del mio Belluscone questo autolesionismo – prosegue Franco Maresco – rivela una inadeguatezza colpevole e l’assenza di una strategia di sostegno al cinema, da parte degli addetti ai lavori e di quelle istituzioni che dovrebbero intervenire. Resto basito – continua il regista siciliano – nell’apprendere che già questa settimana, a fronte di un apprezzamento sempre più crescente da parte del pubblico, gli esercenti di alcune città italiane siano costretti, loro malgrado, a fare posto ai colossi del mercato americano, levando dalle sale il mio film”. ‘Belluscone – Una storia Siciliana’, già in sala dal 4 settembre distributo della Parthenos, racconta l’arrivo di Tatti Sanguineti a Palermo per ricostruire le vicissitudini del film mai finito dello stesso regista. Un film che avrebbe dovuto raccontare il rapporto unico tra Berlusconi e la Sicilia, attraverso le disavventure di un impresario palermitano di cantanti neomelodici e organizzatore di festa di piazza, ma che e’ anche la traccia della crisi esistenziale del regista e della sua evoluzione creativa. Al centro del documentario-diario, interviste a Marcello dell’Utri e Gaspare Mutolo (che parla dell’idea del progetto negli anni Settanta di un rapimento di Berlusconi poi abbandonata); gli interventi di due cantanti neomelodici, fan del Cavaliere, con tanto di canzone a lui dedicata; la testimonianza del manager di feste di piazza Ciccio Mira arrestato nel 2013 per la vicinanza a ambienti mafiosi e, infine, scene alla Cinico Tv e filmati d’archivio.