Mentre il Palermo continua la preparazione in vista del big match del “Barbera” contro il Genoa, in casa rosanero continuano a susseguirsi le conferenze stampa di presentazione dei giocatori arrivati durante la sessione di mercato estiva.
Dopo Francesco Di Mariano è stata la volta di Davide Bettella, difensore centrale arrivato dal Monza neopromosso in Serie A. Il classe 2000 ha esordito parlando della chiamata del Palermo e della scelta di approdare nel club di viale del Fante:
“Mentre ero in vacanza mi ha chiamato il direttore Rinaudo, sono rimasto molto colpito da questa chiamata perché Palermo è una piazza grande e ambiziosa. Quest’anno è stata acquistata dal City Group e nessuna squadra di B, a livello di storia, può avere tanta rilevanza come il Palermo. Per me vestire la maglia rosanero sarebbe stato un onore e un orgoglio, infatti con il mio procuratore abbiamo accettato subito la destinazione”.
“Ho incontrato bellissime e bravissime persone – ha affermato Bettella in merito all’impatto avuto appena arrivato – che mi hanno fatto sentire subito a casa. Con le giuste sistemazioni e le idee che ci detta il mister possiamo toglierci tantissime soddisfazioni. Dobbiamo limare alcune cose che nelle ultime partite non sono andare benissimo, il mister ha le idee chiare e dobbiamo seguirlo per poter ambire a qualcosa di importante”.
GLI ERRORI DI REGGIO E IL TIFO ROSANERO
L’ultimo match contro la Reggina ha mostrato tutte le lacune di un Palermo in costruzione, anche dello stesso Bettella che ha finito la sua gara con un cartellino rosso: “E’ stata una partita nella quale in nove eravamo nuovi, manca quella compattezza di squadra che dobbiamo trovare allenamento dopo allenamento seguendo le direttive del mister. Abbiamo avuto un atteggiamento sbagliato, me compreso che sono stato espulso e non posso permettermi di fare errori del genere. Mi sarebbe piaciuto molto giocare la gara con il Genoa ma la mia testa è con i compagni per preparare al meglio la gara e al Frosinone, per dimostrare la mia voglia di rivalsa”.
“Due giorni prima della partita ero venuto a fare la presentazione con gli altri nuovi – continua il giocatore rosanero in merito ai tifosi e al calore del “Barbera”- lo stadio era vuoto ma immaginando gli spalti pieni, al solo pensiero, avevo già i brividi. In pochi possono vantare tifosi come quelli di Palermo, è una forza in più per affrontare tutte le gare. Avere una tifoseria così è qualcosa di raro, dobbiamo approfittarne per trasformare lo stadio in un posto dove non passa nessuno. Vedere tutto il settore ospiti pieno a Reggio per noi è motivo di grande orgoglio”.
L’ESPERIENZA DI MONZA
Bettella viene da un’annata difficile a Monza, terminata con la promozione i A ma nella quale il difensore non è riuscito a trovare il giusto minutaggio: “A Monza abbiamo ottenuto il nostro obiettivo ma non ho giocato molto, il mio rispetto verso tutti era comunque sempre ottimo perché dovevamo lottare per la A. Mi sarebbe piaciuto giocare di più ma sono contento comunque di quello che è stato, un’esperienza indimenticabile che mi ha insegnato tanto. Fisicamente sto bene, sono qui da quasi due settimane e non vedo l’ora di scendere di nuovo in campo”.
Proprio la compagine di Berlusconi e Galliani, negli ultimi due anni, ha subito una rivoluzione totale come quella che, in questo mercato estivo, ha subìto la squadra rosanero: “Monza è stata una cosa rara da vedere perché doveva andare in A nel minor tempo possibile e in due anni è cambiata tutta la rosa. La società aveva grandi ambizioni, sapevamo che il nostro obiettivo era quello e la pressione era tanta. Il primo anno l’abbiamo passato benissimo ma mancava la mentalità di gruppo che abbiamo avuto l’anno dopo. Non è facile arrivare in tanti in una squadra e giocare subito come si vuole, bisogna adattarsi gli uni con gli altri, anche io devo riabituarmi a fare cose che con le idee del mister migliorerò il prima possibile, a quel punto potremo divertirci”.
I TALENTI ITALIANI E LA SERIE B
Proveniente da vivai importanti come quelli di Inter e Atalanta, Bettella ha sviluppato la propria riflessione sul movimento calcistico italiano e alla poca “pazienza” nell’aspettare i giovani talenti del Bel Paese: “In Italia il talento c’è, i giocatori ci sono ma io sulla mia pelle ho passato dei momenti in cui giocavo bene e al primo errore venivo messo da parte, qui funziona così. Siamo ancora un po’ chiusi, c’è troppo gap rispetto ad altre nazioni ma i giocatori ci sono, basta crederci e dargli il coraggio di poter sbagliare. Se il giovane cade non è possibile che al primo errore viene messo fuori”.
“Ho vissuto di tutto in serie B – ha concluso il giocatore rosanero in merito alla competitività della Serie B – play-off, play-out e promozione. Secondo me la differenza la fa il gruppo, se c’è un bel gruppo puoi fare qualunque cosa e raggiungere obiettivi memorabili. Siamo forti, il gruppo è forte, vivo e allegro che anche nelle difficoltà esce a testa alta. Se ognuno pensa il proprio orticello non si va da nessuna parte”.