Quanto ci manca Biagio

Biagio Conte, la voce che manca in una città ammalata di silenzio

Due anni dalla scomparsa del missionario laico: un'assenza forte

Due anni fa oggi, Biagio Conte – fratello dei diseredati, di Palermo, del mondo – si addormentava, nell’ultimo balenare terreno dei suoi occhi azzurri. Due anni dopo, ci manca, come un amico, come la voce che non ci chiama più, in una forma immediatamente percettibile, alla difficile salita della speranza. Certo, continua a farlo nella memoria e nelle fede.

Non mancano le voci a Palermo. La Missione, con la sua opera quotidiana, ravviva il cammino di quel saio e di quei sandali. Don Corrado, il nostro arcivescovo, ha un timbro potente e carismatico che collega la spinta verso il bene a riflessioni profondissime, nel segno della semplicità. Il Pastore di Palermo è talmente unito alla realtà che lo circonda da risultare necessario, come l’acqua per la sete.

Era dolce e potente la voce di don Maurizio Francoforte, parroco di Brancaccio. Avere appreso di non poterlo più incontrare qui mette insieme un cocente dolore personale e il sentimento collettivo della perdita.

Biagio era e resta Biagio. Ovunque andasse, la speranza lo seguiva, non in veste di metafora: alla stregua di qualcosa che si può toccare. C’era tangibile speranza, quando sostava sotto gli archi delle Poste per rimproverare una città indifferente e ammalata di silenzio che chiudeva gli occhi davanti al dolore dei clochard. Chi si recava a trovarlo si sentiva bene. E sarebbe rimasto con lui per settimane.

C’era speranza nei giorni degli ultimi passi terreni, intorno alla stanzetta di via Decollati. Siamo andati più volte e, in ogni occasione, si avvertiva una leggerezza capace di arrivare al cuore, con un soprassalto di gioia apparentemente incongruo al capezzale di un morente.

Manca Fratel Biagio. Manca la sua voce inimitabile. Manca lo sguardo che ti fissava e ti faceva vergognare della lontananza e dell’ignavia. Manca il Fratello che accompagnava Palermo, col suo straordinario esserci, in ogni momento.

Ha lasciato moltissimi esempi e testimonianze di immortalità: è vero. Ma daremmo di tutto per averlo con noi, nella dimensione sensibile. Di tutto offriremmo pur di abbracciarlo, ancora una volta, nella città ammalata di indifferenza.


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