Il bimbo che non riusciva a piangere| La sua vita tra choc e dolore - Live Sicilia

Il bimbo che non riusciva a piangere| La sua vita tra choc e dolore

Foto d'archivio

Così la Procura ha ricostruito le presunte violenze subite dal padre e dalla madre.

PALERMO – Aveva solo tre mesi quando il piccolo Maurizio (il nome è di fantasia) venne accompagnato dai genitori al Pronto soccorso dell’Ospedale dei bambini. Aveva la febbre alta e vomitava. Ecchimosi al volto e in altre parti del corpo. La Tac svelò la presenza di lesioni encefaliche, piccole raccolte di sangue nel cranio e diverse fratture alle costole e alla clavicola. Il piccolo non aveva la forza di versare una lacrima.

Una dottoressa dell’ospedale disse di avere visitato il bimbo un mese prima. Stava bene e non c’era alcun sintomo che potesse fare ricondurre i traumi a una malattia genetica. La drammatica ipotesi, a quel punto, era che fosse stato picchiato. Fu la madre a presentarsi spontaneamente dai carabinieri. Nutriva dubbi sul marito perché sempre e solo lui si occupava di addormentare il piccolo. Lo sentiva piangere e poi zittirsi all’improvviso. Era capitato che lo stesso marito le facesse notare delle ferite, dicendo però di non avere idea su quale potesse essere la causa. Infine la donna aggiunse che, nonostante i sospetti sul marito, aveva deciso di tacere. Sperava che con il tempo le cose cambiassero e temeva che, qualora lo avesse accusato, l’uomo sarebbe andato via di casa. Successivamente, però, quando giunse il momento di confermare le accuse in sede di interrogatorio la madre ritrattò. Non aveva mai detto quelle cose.

I periti della difesa ritengono che le lesioni siano state provocate da traumi durante il parto. Di avviso opposto i consulenti nominati dal giudice Nicola Aiello. Di certo c’è che il bimbo, oggi affidato a una casa famiglia, ha una paralisi cerebrale e un ritardo mentale grave che lo segneranno per tutta la vita. Il pubblico ministero Giorgia Spiri ha chiesto la condanna della madre e del padre per tentato omicidio.


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