CATANIA – “In Sicilia il Pd deve essere unito, non si può escluderne una parte. Quello che è accaduto in questi mesi è il segno di come non si vuole ascoltare una parte rilevante del partito, che ha lavorato ha consenso ed è stata anche eletta nelle istituzioni”.
La radiografia è del presidente del Partito democratico Stefano Bonaccini, intervenuto a Catania all’iniziativa ‘Cambia il Pd per cambiare la Sicilia” alla quale hanno partecipato anche il parlamentare nazionale Matteo Orfini e il senatore Alessandro Alfieri coordinatore di “Energia popolare”.
All’incontro – riferisce l’Ansa – non era presente il segretario regionale del partito, Anthony Barbagallo.
“Mi auguro – ha aggiunto l’europarlamentare riferendosi al congresso siciliano del Pd – che non si finisca in tribunale, perché un partito non può dare ai cittadini il messaggio di non essere in grado di governare nemmeno in casa propria. Ma certamente qualcosa che non ha funzionato altrimenti non ci troveremmo di fronte a questo caso inedito chi lo guida tenere il partito unito”.
L’ex governatore dell’Emilia ha parlato anche del Ponte sullo Stretto: “Se diventa l’opera funambolica del Paese – ha detto – senza mettere mano alle altre infrastrutture che risalgono al ‘900, allora è un problema”.
Bonaccini ha inoltre lanciato la sfida al centrodestra. “Giorgia Meloni tra due anni è battibile, con lei il Paese sta andando male dal punto di vista sociale ed economico e di questo passo le cose peggioreranno” ha detto.
“Ma bisogna iniziare – ha aggiungo – a costruire l’alternativa al centrodestra nei territori, nelle città e nelle regioni. Se chiedi a un cittadino o un imprenditore se con il governo Meloni sta meglio, fai fatica a trovare qualcuno che risponda di sì. Negli ultimi due anni stiamo assistendo una nuova emigrazione dal Sud verso il Nord o verso l’estero”.

