Bonus mamme 2025, lavoratrici autonome e altri incentivi

Bonus mamme 2025, lavoratrici autonome e altri incentivi

Ecco a chi spetta e come chiederlo
IL SOSTEGNO
di
2 min di lettura

ROMA – “Alle madri lavoratrici viene riconosciuto l’esonero totale dei contributi previdenziali (nel limite massimo di 3.000 euro l’anno)”. Lo annuncia il Ministero dell’economia e delle Finanze, sul sito ufficiale. Da Roma, in sostanza, si apre al cosiddetto “Bonus mamme 2025”.

A chi è rivolto

La misura si applica per tutto il 2024 alle donne che hanno due figli di cui uno di età inferiore a 10 anni, fino al 2026 per chi ha almeno 3 figli di cui uno di età inferiore a 18 anni”, si legge ancora sul sito del MEF. La legge di Bilancio 2025 dovrebbe prevedere l’estensione del Bonus mamme alle lavoratrici autonome con due o tre figli.

Un obiettivo peraltro che il Governo si è già impegnato a raggiungere approvando, il 17 ottobre, una mozione concernenti iniziative in materia di parità di genere. Una mozione per “valutare le modalità di estensione del cosiddetto bonus mamme anche alle lavoratrici autonome”.

Come richiederlo

Le lavoratrici interessate al Bonus mamme 2025 devono comunicare la volontà di avvalersene al datore di lavoro o direttamente all’Inps. Devono indicare il numero di figli e i codici fiscali di due o tre figli (se il numero di figli è superiore basta indicarne tre).

Qualora scegliessero di comunicarlo direttamente all’INPS, i dati vanno inseriti nell’applicativo “Utility esonero lavoratici madri”.

Chi è escluso

Il cosiddetto “Bonus mamme” non si applica ai contratti a termine. Il governo ha già testato questo provvedimento con il bonus del 2024. La ministra Eugenia Roccella ha specificato che il fine di questa temporaneità era “vagliare nel tempo l’efficacia e indirizzare le scelte successive” sul punto.

Le altre misure

In manovra si prevedono inoltre novità per i congedi parentali, che potrebbero consentire alle lavoratrici di ricevere fino all’80 per cento della retribuzione per tre mesi, dunque 30 giorni in più rispetto al passato.

In passato infatti avevano diritto all’80 per cento per due mesi e il 30 per cento per altri sette. Il calcolo, inoltre, dovrebbe essere basato sul quoziente familiare e non sul reddito del singolo contribuente.

Tutte le notizie di Economia.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI