Borsellino, Meloni: "L'Italia ha diritto di conoscere la verità"

Borsellino, Meloni: “L’Italia ha il diritto di conoscere la verità”

"Ogni sforzo deve essere sostenuto"
LA CERIMONIA
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ROMA – “Il popolo italiano ha il diritto di conoscere la verità” sulla strage di via D’Amelio e sulle stragi di mafia. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla cerimonia per l’inaugurazione della teca contenente la borsa di Paolo Borsellino alla Camera.

“Ogni sforzo per conoscere quella verità deve essere sostenuto. Come quello che sta portando avanti la commissione parlamentare Antimafia che con coraggio, con determinazione sta lavorando in questa direzione. Bisogna continuare con una ricerca instancabile per fare luce sulle pagine ancora buie di quegli anni della nostra storia”. 

 “A 33 anni di distanza il suo testimone è ancora saldo nelle mani di tanti che anche nel suo insegnamento continuano ogni giorno a combattere la mafia. Quel testimone trova forma e sostanza nell’impegno che le istituzioni a ogni livello portano avanti contro la criminalità organizzata nella difesa nel potenziamento di quella legislazione antimafia che porta il nome suo e di Giovanni Falcone che è diventata un modello a livello internazionale. Io – ha aggiunto la premier – vado in tutto il mondo, torno ora dal G7, al G7 c’è una dichiarazione delle sette dichiarazioni del G7 parla di combattere le organizzazioni criminali seguendo il principio di follow the money, seguire i soldi. Oggi è di dominio pubblico a livello internazionale, ma è partito da qui”.

“Questa teca contiene la borsa di lavoro di un livello internazionale, oggi ci sono io portatili” ma “40 anni fa in quella borsa per qualsiasi magistrato c’erano le carte importanti che voleva dire che c’erano le paure, c’erano i sacrifici, c’era il lavoro che ti portavi a casa, fuori dall’orario, c’era quel pezzo di vita molto ampio che decidevi di regalare a qualcosa in cui davvero credevi. Oggi può sembrare una specie di repertorio ma penso che anche per i giovani magistrati di oggi sia qualcosa di più, il simbolo del dovere, dell’attaccamento al servizio in ogni momento della vita, anche quando la toga non si indossa, perché la verità è che Paolo Borsellino come Giovanni Falcone, come Rosario Livatino, non faceva il magistrato, era un magistrato. Un magistrato innamorato della giustizia, della verità, della libertà”.

“Penso che la cosa più giusta e più bella che possiamo fare per onorare questi uomini straordinari sia combattere per affermare gli stessi valori con la stessa determinazione, con lo stesso coraggio e, come hanno fatto loro, ogni minuto di ogni singolo giorno”.

Continua la premier. “Dalle stragi di mafia è partito un movimento di popolo che per la prima volta ha detto visibilmente no alla violenza, al ricatto, all’omertà a cui la mafia avrebbe ha voluto condannare l’Italia. La reazione è stata una grande sottovalutazione di Cosa Nostra: milioni di italiani hanno preferito l’impegno all’indifferenza, il dovere all’ignavia, hanno scelto l’onore e la nazione contro il finto onore di chi si proclama uomo d’onore. È stata la scintilla di un incendio di speranza e amore per l’Italia, il suo testimone è ancora saldo”.

Ignazio La Russa, presidente del Senato della Repubblica. “È veramente difficile non emozionarsi nel prendere la parola in occasione di cerimonie come quella di oggi. Il mio sguardo si posa su questa borsa e la mia mente torna al doloroso ricordo di quella tragica mattina del 19 luglio del 1992 quando la notizia dell’attentato esplosivo che a Palermo aveva spezzato la vita di Paolo Borsellino e di 5 agenti della sua scorta è arrivata pesante come un macigno”.

La borsa di Paolo Borsellino esposta alla Camera “rappresenta più di ogni altro oggetto la dedizione al lavoro, la sacralità con cui nostro padre concepiva il suo servizio allo Stato e alle istituzioni. In quella borsa aveva riposto, oltre agli effetti personali, anche le sue agende e alcuni documenti la cui importanza era ritenuta da lui tale” da volerli tenere sempre con sé. Lo ha detto la figlia di Paolo Borsellino, Lucia, alla cerimonia per l’inaugurazione della teca che, alla Camera, contiene la borsa del padre, il magistrato Paolo Borsellino.

“In quei giorni – ha ricordato – il suo viso portava vividi i segni del dolore della strage di Capaci. Oggi siamo qua a celebrare tutti coloro che hanno fatto nel servizio alle istituzioni il loro stile di vita. Per noi è un giorno speciale: a questo oggetto viene restituita la dignità che merita, un simbolo dello spirito di servizio di un uomo dello Stato che ha onorato questo Stato e le sue istituzioni fino all’ultimo istante”.


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