Ai raggi X gli affari di Fricano | Il boss col pallino delle energie - Live Sicilia

Ai raggi X gli affari di Fricano | Il boss col pallino delle energie

Giuseppe Fricano, presunto boss di Resuttana

Le indagini su Giuseppe Fricano, presunto capomafia di Resuttana, soprattutto quelle finanziarie, non si sono fermate. Si parte dal sequestro di una società che avrebbe dovuto occuparsi della lavorazione della biomasse.

Palermo - Mafia
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PALERMO – Ci credeva davvero e si era preparato per bene. Giuseppe Fricano si era lanciato nel settore delle energie alternative. Prima, però, aveva studiato e frequentato alcuni convegni sulle biomasse a cui “dovettero” partecipare pure i carabinieri che lo pedinavano. Fricano è uno degli arrestati del blitz Apocalisse del giugno scorso e viene considerato il capomafia del mandamento di Resuttana.

Le indagini sul suo conto, soprattutto quelle finanziarie, non si sono fermate e puntano, tra l’altro, a scoprire gli interessi del presunto boss per le energie alternative. Si parte dal sequestro della Slt, società con sede a Palermo, che avrebbe dovuto occuparsi della lavorazione della biomasse.

È stata iscritta alla Camera di commercio il 7 febbraio 2013 ed era intestata a Francesco Paolo Mangano, l’uomo “pulito” che avrebbe fatto da prestanome a Fricano. L’obiettivo era accedere ai finanziamenti comunitari. Per avviare l’attività Frocano si sarebbe avvalso delle conoscenze di Giuseppe Damiata, un ragioniere già noto alle forze dell’ordine per i suoi rapporti con alcuni esponenti della famiglia mafiosa di Bagheria.

I tre – Fricano, Damiata e Mangano – sono stati intercettati nell’officina meccanica di via Libertà anche questa sequestrata al presunto capomafia. Che si sarebbe servito di Mangano già a partire dall’apertura dei necessari rapporti bancari “… perché da quando ho chiuso i conti e cose – diceva – … a nome mio non ho più niente …”. E Mangano lo tranquillizzava: “Io lunedì vado ad aprire i conti correnti a cosa … a Damiata”. “Infatti se vi date appuntamento lunedì mattina che già alle 10.30 si va a ritirare il camerale – aggiungeva Fricano – automaticamente puoi fare tutto quello che c’è da fare…”. Ed era lo stesso Mangano a spiegare quanto importante fosse che nella società venissero coinvolti soggetti “belli puliti”: “… mi sono informato io con… praticamente da … da qualche anno a questa parte… la legge antimafia… soprattutto questo tipo di… di aziende perché dice ci sono settori e settori che vengono controllati e altri settori non vengono controllati… certo se ti devi aprire un panificio non è che ti fanno queste visure… non ti fanno queste visure… siccome praticamente sono settori di controllo perché sono soggetti a infiltrazione mafiosa mi fa dice … vengono … chi è davanti deve essere controllato…”.

Fricano era uno che non perdeva tempo e a Damiata suggeriva “nel frattempo, devi camminare in quelle ditte sicure dov’è che noi altri le possiamo prendere … tu c’hai le tue … ti metti a lui (riferito a Mangano) nella macchina e le vai a trovare e ci vai … e ci vai a parlare tranquillamente ok? … una volta che sono … perciò vi dovete organizzare in questa”.

Creare energia pulita dalle biomasse, che altro non sono che scarti di altre lavorazioni: un progetto ambizioso quello di Fricano, stoppato sul nascere dagli investigatori. Ma il progetto era davvero alle fasi iniziali oppure era già stato preparato tutto affinché la Slt entrasse subito a regime? Gli investigatori sono al lavoro per trovare le risposte, ma soprattutto per scovare chi siano quelli a cui, secondo il boss, si poteva “parlare tranquillamente”.

 


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