Botte e minacce col coltello alla compagna, arrestato un catanese

Ai domiciliari picchia e minaccia la compagna, arrestato un 46enne

L'uomo è stato ristretto al carcere di Piazza Lanza

CATANIA – Si è rifugiata nella casa di un nipote per sfuggire all’aggressione del compagno violento e per chiedere aiuto alla Polizia di Stato. La vittima dei maltrattamenti, una catanese di 46 anni, ha raccontato ai poliziotti di essere stata aggredita in casa e senza alcun motivo, pochi istanti prima, dal convivente.

Lui, un catanese di 36 anni, l’avrebbe prima schiaffeggiata, poi minacciata con un grosso coltello da cucina. Ora è stato recluso a Piazza Lanza. Con non poca fatica, sarebbe riuscita a liberarsi e, prima di fuggire per le scale, avrebbe cercato di portare con sé le chiavi di casa e il cellulare per chiamare i soccorsi.

La denuncia

Ma l’uomo glieli avrebbe strappati di mano, procurandole in tale circostanza una ferita al labbro e apostrofandola con epiteti irripetibili. Dopo aver trovato riparo dal parente, la 46enne, in lacrime, ha chiesto l’intervento dei poliziotti che, in pochi minuti, hanno raggiunto l’abitazione, nei pressi di via Castromarino.

Gli agenti della squadra volanti della Questura di Catania l’hanno trovata in strada, con evidenti segni di violenza sul viso e sul collo. Prestati i primi soccorsi, la donna si è calmata e ha confidato ai poliziotti gli atteggiamenti violenti tenuti dal convivente da circa un mese, da quando è stato scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari per il reato di maltrattamenti in famiglia perpetrati nei confronti dei suoi genitori.

Una gelosia “morbosa”

Da quel momento, il 36enne avrebbe manifestato attacchi di morbosa gelosia che, in più occasioni, sarebbero sfociati in pesanti e inaccettabili atteggiamenti aggressivi, così come ha riferito la vittima nella denuncia raccolta dai poliziotti.

Sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, l’uomo è stato arrestato e, su disposizione del PM di turno. Il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, vista la pericolosa condotta tenuta dall’uomo, ha confermato per lui la misura della custodia cautelare in carcere.


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