PALERMO – Inizia con la lettura del decreto di nomina del nuovo parroco la messa di oggi pomeriggio nella pienissima parrocchia di San Gaetano nel quartiere di Brancaccio a Palermo. Nel giorno della memoria liturgica del Beato Pino Puglisi, l’arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, ha celebrato la messa per celebrare l’insediamento ufficiale di don Sergio Ciresi, nuovo presbitero della chiesa che fu del martire.
L’omelia dell’arcivescovo
“Il centro della città è ogni uomo ed ogni donna che la abita. Le periferie umane le costruiscono gli uomini che hanno dimenticato che il centro della città è sempre e solo la persona umana e la sua dignità – ha detto Lorefice durante l’omelia -. Lì, dove questo centro non viene riconosciuto ma oppresso, lì, non può non esserci che la comunità cristiana: la chiesa”.
“Vedo questa liturgia in continuità con la messa celebrata allo Zen sabato sera scorso – ha proseguito Lorefice -. Nelle periferie prima di tutto c’è la chiesa di Dio. Proprio in questa chiesa il 15 settembre 2018, assieme a don Maurizio e a don Angelo, siamo entrati con il santo padre Francesco e non è per un mero prurito di sensibilità sociale. Dove ci sono uomini poveri, emarginati, oppressi, lì si manifesta la comunità cristiana”.
“Custodire la testimonianza di Gesù”
“Padre Sergio e cara comunità parrocchiale di San Gaetano, oggi siamo qui perché vogliamo, prima di tutto, chiedere al Signore che questa comunità parrocchiale, che oggi riceve il suo nuovo presbitero, possa essere per tutta la chiesa palermitana e non solo, una comunità che ci aiuta a custodire la testimonianza messianica di Gesù Messia, il Messia povero e dei poveri. Questa comunità – ha aggiunto l’arcivescovo -, che ha conosciuto il martirio di don Pino Puglisi e l’impegno di don Maurizio, ha sempre di più questo alto compito”.
“Non è più tempo di mettere su comunità che si pensano come stazioni di servizi religiosi, oggi più che mai. Mi ha colpito quando sabato sera un magistrato come Balsamo, che ha conosciuto Pino Puglisi, ha detto che il martire, se fosse ancora in vita, sarebbe stato proprio allo Zen. Questa è la percezione che i messianici debbono avere oggi in tutta Palermo. Con audacia e pazienza vivere il messaggio di Cristo e professare il Vangelo costi quel che costi”.
“Costruire comunità”
“Non è vero che la mafia non esiste più – ha concluso Lorefice -. Noi preti dobbiamo essere seguaci di Gesù come Pino Puglisi e non per metterci in mostra ma per costruire una comunità cristiana che faccia vedere Cristo. Essere quel piccolo chicco di grano che pur marcendo sottoterra poi germoglia e nutre la comunità, producendo a sua volta altri chicchi”.

