BROLO (MESSINA)- Il terremoto politico-giudiziario era stato preceduto nei mesi scorrsi dalle dimissioni dell’allora sindaco di Brolo, Salvo Messina, costretto a rimettere il suo mandato per le polemiche del cosiddetto “palazzetto-fantasma”, all’alba di oggi sono scattati gli arresti. L’inchiesta è stata condotta congiuntamente da carabinieri e militari della Guardia di finanza, che da dieci mesi hanno iniziato a indagare sugli ammanchi al Comune di Brolo, denunciati a più riprese dalla minoranza consiliare. Questa mattina è finito ai domiciliari l’ex primo cittadino di Brolo, Salvo Messina, esponente del Pd tirrenico e vicino alle posizioni del deputato regionale “area Renzi”, Pippo Laccoto. I provvedimenti hanno anche raggiunto il responsabile della ragioneria Carmelo Arasi, per il quale si sono aperte le porte del carcere di Gazzi. Proprio il funzionario comunale sarebbe stato l’artefice principale dell’ammanco che sta portando il Comune di Brolo sull’orlo del fallimento.
Manette anche per Rossella Arasi, figlia dell’economo, e per gli impiegati comunali Santina Caranna, Antonella Campo, Giusy Di Leo Costantino Maniaci. Emessi anche tre divieti di dimora ed altri quindici avvisi di garanzia. I particolari dell’indagine, coordinata dalla Procura di Patti, sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina congiuntamente da carabinieri e militari delle Fiamme gialle. Alle persone arrestate vengono contestati i delitti di falso materiale ed ideologico in atti pubblici, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e peculato per aver distratto a proprio favore somme di denaro dalle casse del Comune di Brolo, con riguardo alle annualità 2011, 2012 e 2013.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il Comune di Brolo avrebbe acceso con la Cassa Depositi e prestiti, mutui per quasi 4 milioni di euro; soldi che avrebbero dovuto essere destinati per la realizzazione di un palazzetto dello sport e la ristrutturazione della locale scuola elementare. Ma i soldi, per un ammontare di quasi 1,2 milioni di euro, sarebbero stati distratti grazie ad Arasi per finanziare altre iniziative. In modo particolare, gli investigatori hanno scoperto che alcuni flussi di denaro sono finiti per alimentare le casse della locale squadra di volley maschile, presieduta dall’allora sindaco, Salvo Messina. La società di pallavolo, con la sua gestione, riuscì anche ad ottenere la promozione nella massima serie del campionato nazionale. Ma un ruolo determinante lo avrebbe avuto il responsabile della ragioneria, Carmelo Arasi, il quale avrebbe dirottato verso conti correnti personali ingenti somme di denaro del Comune (si parla di quasi 300mila euro).
Marginale la posizione degli altri arrestati coinvolti a vario titolo nell’indagine della Procura di Patti. Con gli arresti di oggi è stato azzerato l’ufficio della ragioneria generale del Comune di Brolo. L’allora sindaco Salvo Messina, travolto dallo scandalo, fu costretto a dimettersi dalla carica lo scorso novembre e la successiva campagna elettorale fu caratterizzata proprio dalla scandalo del cosiddetto “palazzetto fantasma”. Addirittura, il deputato regionale del Ncd, Nino Germanà, diede luogo ad una plateale protesta incatenandosi proprio innanzi al Palazzo Municipale per chiedere giustizia sull’ammanco delle casse comunali di Brolo.