"Buon Natale agli ergastolani" - Live Sicilia

“Buon Natale agli ergastolani”

Dal blog di nino mandalà
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2 min di lettura

“Buon Natale. Buon Natale soprattutto a chi soffre e sono i più numerosi. Quest’anno in particolare Buon Natale a chi è costretto a vivere il resto della propria vita in carcere, agli ergastolani, crudele augurio di un progetto di vita nuova a chi è condannato a dire addio alla vita”.

La penna di chi scrive è quella di Nino Mandalà, considerato il capomafia di Villabate ora in libertà dopo aver scontato 8 anni per mafia. Mandalà scrive attraversp il suo blog, a meno di una settimana dalla conferma in Cassazione della condanna all’ergastolo di Nicola Mandalà.

Il figlio del presunto boss mafioso sta infatti scontando la pena per l’omicidio di Salvatore Geraci, ucciso a Palermo il 5 ottobre del 2004.

Mente chi afferma di essere abbastanza forte da affrontare senza cedimenti la mostruosità dell’ergastolo – scrive il presunto capomafia di Villabate – una tragedia che travolge parecchie vite, la propria e quella di chi è esposto alla sofferenza dell’amore, i padri, le madri, i figli, le sorelle, i fratelli, a vario titolo coinvolti nell’ergastolo e destinati ad un futuro tragico e immenso”.

E ancora, nel post pubblicato da Mandalà nella vigilia di Natale, si legge: “Il credente il quale afferma che bisogna sapere accettare questo castigo, il laico che esibisce forza d’animo affermando che essa è un baluardo alla cui nobiltà non bisogna mai rinunciare, mentono. L’uomo è lontano dalla santità e indulge piuttosto al rancore, verso se stesso, verso lo Stato, verso Dio per qualcosa che è difficile da capire e da accettare, quel male e quel dolore sui quali ci interroghiamo ma la cui dimensione autentica percepiamo solo allorché ci imbattiamo in essi e comprendiamo in ritardo con che cosa ci stiamo confrontando”.

Secondo il presunto boss del comune in prossimità di Palermo “i fantasmi dell’ergastolo affollano la mente e spingono verso una realtà consunta fatta di rimorsi e attraversata da tentazioni perverse, in cui la scelta è obbligata alla resa, in cui ogni giorno, ogni istante sono vissuti all’insegna del fallimento. Esso è analizzato, sezionato, indagato fino al parossismo e al passo successivo, la follia. La solitudine deflagra in tutto il suo fragore ed è lontana dalla feconda fuga dal mondo di un Montaigne”.

“Buon Natale – conclude – agli ergastolani nella misura in cui sapranno rigenerare la loro vita e farsi santi”.


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