MILITELLO IN VAL DI CATANIA– Il ritorno alle origini del deputato Giovanni Burtone in corsa per la poltrona di primo cittadino. Guai a chiamarlo “passo indietro”, il parlamentare democratico è netto e spiega così la decisione di correre a Militello, suo paese d’origine. “Nella mia esperienza politica non ho mai valutato nulla in termini di passo indietro o in avanti, sono sempre rimasto legato alla mia comunità; non c’è mai stato uno sradicamento rispetto alle mie radici”. “Non ho mai mancato gli appuntamenti istituzionali e ho trascorso il mio tempo libero a Militello con i miei compagni d’infanzia, con gli amici del partito, nonostante i limiti dettati dal tempo a disposizione per via dell’attività parlamentare”, dice.
E aggiunge: “Ho sempre sentito un forte rapporto con la mia comunità”. Chiarito il legame stretto con il territorio, Burtone racconta delle sollecitazioni ricevute dai concittadini per scendere in campo. “Negli ultimi tempi ho ricevuto inviti pressanti per dare una svolta al paese che sta vivendo purtroppo una fase di degrado, legata a eventi di natura economica che colpiscono le aree interne nel Mezzogiorno”. “In tanti mi chiedevano di mettere a servizio il mio impegno”, aggiunge Burtone narrando di un paese acciaccato dal “degrado” ma volenteroso di “riscatto”. “C’è anche una motivazione sentimentale: i miei genitori mi hanno trasmesso dei valori, tra questi c’è quello della restituzione, Militello con me è stata sempre molto generosa e penso sia arrivato il momento di tornare a dare, voglio mettere al servizio dei miei concittadini la mia esperienza senza superbia né tracotanza”, argomenta.
Amici e non solo. Anche il Partito Democratico sembrerebbe avere trovato la quadra sul nome del veterano di Montecitorio sia “negli organi formali” sia tra i dirigenti. “Credo ci sia stata una convergenza unanime, magari qualcuno avrà avuto le sue divergenze e non le avrà espresse, ma credo che nel mio partito ci sia entusiasmo per questa candidatura che ho messo a disposizione prima della mia città e poi della mia comunità politica”. Il cardine della scommessa elettorale è la lista “Militello che vogliamo”, una compagine che “mette al centro il civismo richiama uno slogan del centrosinistra (l’Italia che vogliamo di Prodi) e nei colori richiama il Pd e il tricolore”. “Credo di avere interpretato in questi anni un impegno costante, rigoroso e coerente al Pd a tutti i livelli. Credo sia una lista del Pd ma si rivolge anche fuori; non è una scelta soltanto identitaria”. La composizione della lista va in questa direzione, mettendo insieme chi è stato in prima linea nelle diverse battaglie portate avanti a Militello negli ultimi anni. “Ci siamo aperti ad altre esperienze, ad alcuni consiglieri che con noi hanno fatto la battaglia per avere l’ospedale e contro gli impianti di biomasse che avrebbero danneggiato il nostro ambiente: è una lista che nasce da fatti amministrativi molto avvertiti dalla comunità”, spiega.
Il cuore della campagna elettorale è a metà tra tradizione (comizi in piazza) e innovazione (piattaforma digitale) e in lista ci sono più new entry che “uscenti”. “Abbiamo aperto un dibattito sui social raccogliendo contributi e idee da tanti giovani che vivono anche all’estero, volevamo da loro delle indicazioni per stilare un programma comune. Lo abbiamo fatto anche in piazza, non soltanto davanti a una tastiera ma in mezzo alla gente”. Tra le azioni amministrative da intraprendere il candidato indica il “bilancio partecipato, l’impegno per il decoro a partire dalla pulizia, lo sviluppo economico e turistico (non di massa, ma possibile che metta al centro Militello nei percorsi itineranti nel calatino e quelli della Val di Noto), l’agricoltura, una rete sociale che metta al centro i temi della donna e della ludopatia, la tutala dell’ambiente”. C’è poi il tema dello sport e delle infrastrutture. “L’impiantistica sportiva un tempo era il vanto del calatino – spiega- con due campi di calcio, di cui uno in erba, oggi ridotti a campi polverosi, il palazzetto dello sport va ristrutturato perché ci piove dentro, lo stesso vale per la piscina”.
A reggere l’architrave del programma ci sono due colonne portanti: scuola e servizi sociali. Va in questa direzione la scelta dei due assessori designati: Franca Seria e Giuseppe Scionti. “Ho voluto dare un segnale netto: Franca Seria è una docente che ha dedicato tutta la vita all’insegnamento e non ha alle spalle nessun impegno diretto nella politica dei partiti, Giuseppe Scionti è il presidente di una cooperativa sociale che ha avuto esperienza in politica; l’ho chiamato, anche se negli anni si era allontanato dall’impegno diretto, perché a lui intendo affidare, qualora eletto, tutta la problematica del sociale, un tema veramente esplosivo nella nostra comunità anche per le politiche sbagliate della amministrazione uscente”.