Al confine fra le province di Palermo e Trapani si rafforza il legame fra i superlatitanti Mimmo Raccuglia e Matteo Messina Denaro. Un asse per espandersi a Palermo, ma anche per nascondersi. È il quadro che emerge dalle ultime indagini, ricostruite nel prossimo numero di “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca in edicola da sabato 21 febbraio: il mensile dedica la copertina alla ricerca dei superlatitanti, da Raccuglia e Messina Denaro a Gianni Nicchi e Giovanni Motisi.
È nella terra di mezzo di Cosa nostra, nel territorio fra le province di Palermo e Trapani, che i superboss Raccuglia e Messina Denaro tras
correrebbero la loro latitanza, protetti da una rete di boss e semplici fiancheggiatori. I grandi latitanti di Altofonte e Castelvetrano si coprono a vicenda, si danno una mano per sfuggire alla cattura, e assieme tentano di allargare i confini di loro competenza.
Ma non ci sono solo loro: dalle ultime rivelazioni del pentito Angelo Casano agli inquirenti emerge il ruolo di Giovanni Motisi, “’u pacchiuni”, di recente dato per morto. Una versione, questa, che il collaboratore di giustizia smentisce, dicendo che il superlatitante si nasconde ad Agrigento. Gianni Nicchi, invece, sarebbe a Palermo: qui, secondo le intercettazioni, si occuperebbe degli affari di Cosa nostra. Che non lasciano in pace nessuno: nemmeno i commercianti cinesi, che sarebbero finiti a loro volta nel mirino del racket delle estorsioni.