Cala il sipario sull'era Pulvirenti | La storia di un decennio magico - Live Sicilia

Cala il sipario sull’era Pulvirenti | La storia di un decennio magico

Undici anni vissuti sempre sulla cresta dell'onda. Dagli anni in serie B, con la meravigliosa promozione conquistata sotto la gestione di Marino, alle stagioni in cui l'Europa non è poi stata così lontana. E infine le ultime tre annate, dall'ottavo posto in A allo scandalo sulle combine.

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CATANIA – Il calcio a Catania rischia di sparire da un momento all’altro, e vista la gran mole di intercettazioni e notizie in uscita dai tribunali non potrebbe essere altrimenti. Ma c’è stato un tempo in cui a Catania la magia ha iniziato ad imperversare. Era la primavera del 2004, la formazione rossoazzurra saliva lentamente le scale che portavano al calcio che conta, con la promozione dalla C1 alla B raggiunta un anno prima grazie agli sforzi fatti dalla famiglia Gaucci, che riuscì ad emulare quanto fatto a Palermo dal binomio Sensi-D’Antoni. Ma per riuscire ad arrivare nell’Olimpo del pallone, la serie A, c’era bisogno di qualcuno più passionale e appassionato. Un uomo legato alla sua terra e alla sua gente. Antonino Pulvirenti, in quella torrida primavera di undici anni fa, prelevò il Calcio Catania dai proprietari del Perugia, da allora iniziò un decennio stupendo per la città etnea, almeno sul piano calciofilo.

Pulvirenti si presenta ai suoi nuovi tifosi con una prima campagna acquisti di un certo spessore. Da Acireale, il precedente club gestito dall’imprenditore etneo, arrivano personaggi del calibro dell’amministratore delegato Pietro Lo Monaco e del tecnico Maurizio Costantini, mentre il mercato offre giocatori di qualità come l’esperto Ferrante, la sua spalla Vugrinec e l’esperienza di Pantanelli e Orazio Russo, l’uomo del calcio nella provincia catanese. Costantini non dura molto sulla panchina del Catania, al suo posto arriverà Sonetti, il quale traghetta la squadra quasi fino ai playoff, ma per iniziare un progetto vincente può bastare un undicesimo posto alla prima stagione.

L’anno dopo arriva la tanto attesa rivoluzione: via il vecchio, dentro il nuovo. Pasquale Marino, giovane tecnico di belle speranze e dal gioco spregiudicato, prende il timone della squadra e schiera un tridente di grande qualità: i protagonisti sono Umberto Del Core, Roberto De Zerbi e “il gabbiano” Gionatha Spinesi. Con loro tre là davanti, e una squadra dinamica e aggressiva con i vari Baiocco, Caserta ed Edusei a fare legna a centrocampo, il Catania vola e ottiene la storica promozione in serie A con la vittoria sull’Albinoleffe. Catania festeggia, “u liotru” viene immerso nel rossoazzurro e tutta la città può finalmente tornare a vivere anni da protagonista.

Nella prima stagione delle tre sorelle siciliane nella massima serie, il Catania parte forte e dà l’impressione di poter lottare addirittura spalla a spalla con le regine del calcio italiano: il girone di andata vede gli etnei al quarto posto, alle spalle solo di Inter, Palermo e Roma. Il percorso rossoazzurro prende una direzione più accidentata dopo i fatti tragici del 2 febbraio, con il derby finito in guerriglia fuori dal “Massimino” e la morte dell’ispettore capo Filippo Raciti. L’impressione è che il campionato degli etnei sia finito assieme alla vita del poliziotto, visto che da allora il Catania sprofonda ed è costretto a giocarsi addirittura la salvezza all’ultima giornata: ci pensa Rossini e Minelli, sul neutro di Bologna, a regalare a Marino la vittoria sul Chievo e la salvezza.

Seguiranno stagioni splendide, con grandi giocatori a susseguirsi sul campo e tecnici alle prime armi o quasi, pronti a lanciarsi proprio sulla panchina del Catania. Dal 2007 indosseranno la maglia rossoazzurra i vari Bizzarri, Terlizzi, Silvestre, Gomez, Maxi Lopez, Barrientos, Vargas, Lodi, Bergessio e Andujar. Alla guida della squadra, dopo l’addio di Marino al termine del primo anno in A, dopo la semi-fallimentare esperienza con Baldini arriva gente come Mihajlovic, Montella, Simeone, Maran e Zenga: tutta gente che nella prossima stagione allenerà formazioni di medio-alta serie A, tranne El Cholo che addirittura guida l’Atletico Madrid campione di Spagna uscente.

Gli ultimi tre anni dell’era-Pulvirenti a Catania sono da capogiro. Gli etnei guidati da Maran si fermano all’ottavo posto in classifica nel 2012/2013, sfiorando l’Europa League: una posizione che non basta al mister trentino per guadagnarsi la riconferma, anche perchè ai piedi dell’Etna arriva Pablo Cosentino, che decide di rivoluzionare il parco giocatori e anche quello tecnico. Arriva Gigi De Canio, poi tornerà Maran e infine verrà promosso in prima squadra il tecnico della Primavera, Pellegrino, ma tutto ciò non basterà ad evitare la retrocessione in serie A, causata anche da una rosa decisamente inadatta che viene, nonostante tutto, riconfermata quasi in blocco in serie B. Ancora caos, ancora cambi in panchina e una situazione che peggiora anche sul piano delle comunicazioni. Pulvirenti commette il grave errore di fidarsi di Cosentino anche in circostanze che suggerirebbero soluzioni opposte, come il dualismo Sannino-Ventrone che si risolverà con le dimissioni “forzate” del tecnico a fine 2014.

Ora è giunta l’ora del Big Bang in casa Catania. Pulvirenti pagherà una serie di scelte sbagliate, alle quale ha provato a porre rimedio con l’inganno. Ma chi ama il calcio a Catania non può dimenticare stagioni meravigliose, i grandi giocatori passati ai piedi dell’Etna e le grandi partite giocate in casa o in trasferta dagli eserciti che si sono susseguiti, nel corso degli anni, con il rossoazzurro addosso e una missione nel cuore: far felici i tifosi etnei.


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