PALERMO – Migliora il dato sulla mobilità sanitaria inter-regionale per il 2012. Per la prima volta si scende sotto il saldo negativo di 200 milioni con un recupero di 15 milioni. Lo dice l’assessorato regionale alla Sanità. La mobilità sanitaria – dice l’assessorato – comporta disagi per l’utente che è costretto a recarsi in un’altra regione per ricevere una prestazione sanitaria, determina una spesa considerevole per la nostra regione. Infatti il saldo tra la mobilità attiva (prestazioni erogate da strutture siciliane a utenti residenti in altre regioni) e la mobilità passiva (prestazioni erogate in altre regioni per residenti in Sicilia) dal 2006 al 2010 si è attestato sempre al di sopra dei 200 milioni di euro a debito per la Sicilia.
Nel 2011, a seguito della riforma del servizio sanitario, si è avuto già un sensibile miglioramento, essendo sceso il saldo di mobilità a circa 194 milioni di euro; per il 2012 arrivano buone notizie da parte del Dr Sergio Buffa, Dirigente dell’Area Interdipartimentale 4 del Dipartimento di Pianificazione Strategica diretto da Salvatore Sammartano, il saldo negativo scende a poco più di 179 milioni di euro con un risparmio di circa 15 milioni di euro rispetto al 2011. A pesare maggiormente sulla mobilità passiva sono i ricoveri ospedalieri, con una spesa pari a 197 milioni per la passiva (anno precedente era stato pari a 206 milioni di euro) a fronte di 52 milioni di euro per la mobilità attiva (nel 2011 era stato pari a 47 milioni).
I ricoveri fuori regione sono stati nel 2012 50.496, con una riduzione di 4.633 ricoveri rispetto al 2011 (-8,4%). Le cause principali di ricorso ai ricoveri fuori regione sono legate a tumori e patologie ortopediche e le regioni preferite rimangono sempre la Lombardia e l’Emilia Romagna. ”È il risultato di un impegno continuo, possibile solo con il contributo degli operatori – ha detto l’assessore regionale per la Salute Lucia Borsellino – per un servizio sanitario più attento ai bisogni dell’utente invece che al mantenimento di rendite di posizione e spesa storica. Un modello pensato per erogare in Sicilia molte prestazioni che prima erano solo di appannaggio esclusivo di altre Regioni; oggi in regione, a fronte di conti in ordine, nelle strutture pubbliche sono disponibili e operative tecnologie, anche grazie all’uso dei fondi europei, come la radioterapia avanzata, la tomoterapia, il lokomat, per i cui servizi prima si era costretti a partire”.