CATANIA – Un intervento ad alta complessità, frutto di una sinergia perfetta tra diverse équipe mediche, è stato eseguito con successo all’ospedale “Gravina” di Caltagirone su un paziente oncologico di 58 anni. Il caso, gestito dal neonato Gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) dell’Asp di Catania, rappresenta un esempio concreto di collaborazione tra specialità e di gestione integrata dei casi clinici più difficili.
Il paziente era affetto da un tumore renale in stadio avanzato, complicato da un’occlusione intestinale e da una trombosi neoplastica estesa alla vena renale e alla vena cava inferiore. Una condizione delicatissima che ha richiesto una pianificazione terapeutica condivisa tra più reparti.
In una prima fase, nella sala di emodinamica, l’équipe di Cardiologia, diretta dal dottor Daniele Giannotta, ha posizionato un filtro cavale attraverso i grossi vasi del collo, collocandolo alla confluenza della vena cava inferiore, con l’obiettivo di ridurre significativamente il rischio di embolie durante la successiva fase chirurgica.
Successivamente, il paziente è stato trasferito in sala operatoria, dove le équipe di Chirurgia generale e Urologia, guidate rispettivamente dai dottori Raffaele Greco e Francesco Abate, hanno operato in modo congiunto. L’intervento, condotto sotto la costante supervisione della Terapia intensiva e rianimazione diretta dal dottor Fabio Interlandi, si è concluso con la completa risoluzione del complesso quadro clinico.
Nonostante la gravità della condizione oncologica, il decorso post-operatorio è stato regolare e il paziente ha mostrato una buona ripresa, consentendo il trasferimento nel reparto di Oncologia, diretto dal dottor Carmelo Giannitto, per l’avvio della terapia adiuvante.
Un plauso per l’intervento e per l’efficace collaborazione tra medici, infermieri, tecnici e operatori sanitari è arrivato dal direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio, e dal direttore sanitario Giovanni Francesco Di Fede.
“Questo risultato – ha dichiarato Laganga Senzio – è il frutto di un modello di gestione per processi che valorizza l’integrazione delle competenze e la collaborazione tra le unità operative. Il Presidio Gravina, grazie alla sua organizzazione come Dea di primo livello, dispone di professionalità, tecnologie e modelli operativi in grado di affrontare in modo coordinato le emergenze e i casi clinici più complessi”.
