Operazione anti-racket | Cinque arresti della Polizia - Live Sicilia

Operazione anti-racket | Cinque arresti della Polizia

Ecco tutti i particolari del blitz "Agorà" scattato a seguito delle indagini condotte dalla Procura calatina.

 

Salvatore Di Liberto, a capo dell'organizzazione

CALTAGIRONE- E’ stata denominata “Agorà”, l’operazione condotta dal locale commissariato di polizia, che ha portato, stamane, all’arresto di Aldo Pelonero di 44 anni, Salvatore Di Liberto di 46 anni, Massimo Giacalone di 44 anni, Davide Amore di 42 anni e del giovane Maurizio Ferrera di 25 anni.

L’operazione, il cui nome è stato scelto per via del fatto che la banda era solita riunirsi presso la centralissima piazza municipio di Caltagirone, scaturisce da una precedente operazione denominata “Ringo” che permise, circa due anni fa, alla Procura di Caltagirone, di richiedere sei misure cautelari a carico di personaggi di spicco della malavita calatina. Gli undici mesi d’indagini che hanno portato all’operazione “Agorà”, chiudono, di fatto, il cerchio su una serie di atti estorsivi, sui quali gli stessi inquirenti, avevano ipotizzato, negli anni, la partecipazione di altri soggetti. L’organizzazione, che faceva capo a Salvatore Di Liberto e ad Aldo Pelonero, in maniera sistematica era riuscita ad acquisire il controllo del territorio organizzando una serie di estorsioni “a tappeto”.

 La banda negli ultimi mesi si era resa soggetto di estorsioni nei confronti di cantieri edili che operano nel territorio di Caltagirone. Ai titolari delle imprese, sotto minaccia implicita di danni, imponevano il versamento di una somma di denaro a titolo di tangente. A finire nella rete della banda anche, un rinomato locale della “movida” calatina, un noto esercizio commerciale, che era stato oggetto d’incendio del portone d’ingresso, un ipermercato calatino, nonché l’amministratore unico di una grossa società di distribuzione alimentare, che opera nell’Isola. In questo caso il gruppo avendo avvicinato quest’ultimo aveva chiesto una considerevole somma di denaro per la cosiddetto: “messa a posto per conto della famiglia di Caltagirone”. Gli inquirenti ritengono che gli arrestati si siano avvalsi di armi, di cui avevano disponibilità, e che siano responsabili di una serie indeterminata di delitti. Ad eccezione di Maurizio Ferrera che si trova agli arresti domiciliari, per gli altri soggetti della banda si sono aperte le porte della Casa Circondariale di Caltagirone di Contrada Noce. Dalla Procura non si escludono ulteriori filoni di indagini a carico di altri soggetti che, a vario titolo sembrerebbero aver avuto “vicinanze” all’organizzazione criminale.

Tutti gli arrestati


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