Caltanissetta: "Aiutò l'amico a suicidarsi", condannato e scarcerato

“Aiutò l’amico a suicidarsi”: 17enne condannato e scarcerato

Pena mite. Il corpo ritrovato senza vita in una spiaggia agrigentina

PALERMO – Colpevole di avere aiutato l’amico a suicidarsi. Il Tribunale dei minorenni di Palermo lo ha condannato ieri a due anni, due mesi e venti giorni di carcere. La pena è stata sospesa e il giovane imputato di 17 anni è stato subito scarcerato.

Il cadavere in spiaggia

La sera del 25 agosto La Mendola muore per un colpo di pistola alla tempia sinistra. Si trovava sulla spiaggia di “Punta Grande” tra Porto Empedocle e Realmonte.

La chat

La tragica verità emerse dall’analisi di una chat WhatsApp. Quello che sembrava un suicidio sarebbe stato un “omicidio del consenziente”. Il ventiseienne di Caltanissetta sarebbe stato aiutato ad uccidersi da un ragazzo di diciassette anni. Avevano un piano ed è la chat che lo svelerebbe. A ricostruirlo la Procura per i minorenni di Palermo, diretta da Claudia Caramanna.

Il colpo era stato esploso con una pistola Beretta modello FS98, calibro 9X21 che la vittima deteneva legalmente. Quella sera si trovava al mare con l’amico. Si erano conosciuti in palestra ed era nato un rapporto sincero nonostante la differenza di età.

La delusione per il concorso

La Mendola era rientrato qualche giorno prima da Roma dove aveva partecipato al concorso per diventare poliziotto. Alla valutazione finale non fu giudicato idoneo. Fu una mazzata, ma La Mendola sembrava tranquillo. Rammaricato, ma pronto a rimettersi a studiare per riprovarci in futuro.

L’ultima gita in auto

Il mercoledì sera uscì di casa per spostarsi in compagnia dell’amico, e a bordo della sua Peugeot 206, in provincia di Agrigento.

Nella chat si faceva fanno riferimento al coinvolgimento del minorenne perché tanto, in ragione dell’età, non avrebbe rischiato nulla; di voglia di vedere un’ultima volta il mare; di comprensione qualora il ragazzino non se la fosse sentita di arrivare fino in fondo; di coraggio che mancava per sparare e di un aiuto offerto per mettere in atto quello che sembra un piano pensato nei minimi dettagli.

Il contributo dei familiari

All’avvocato Rosario Didato, che assiste la famiglia della vittima, si deve la raccolta di una serie di elementi decisivi per accertare la verità grazie alle indagini difensive. Ieri la sentenza. Al giovane sono state concesse le attenuanti generiche ed applicata la diminuente della minore età.


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