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Cambio di schema? No, di sedia…

QUATTRU GOL C'AMU A FARI
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Una burrascata d’acqua, stile alluvione, aveva annunciato, un’ora prima dell’inizio della partita che qualcosa in campo non sarebbe andato per il verso giusto e difatti,  non sono stati pochi gli inservienti dello stadio che si sono dovuti armare di ramazza per scopare il fiume d’acqua che aveva letteralmente allagato vaste zone del verde prato del Renzo Barbera, o Favorita se preferite.
Alla terza giornata del massimo campionato di calcio nazionale,  di scena era previsto il Bari e tutta Palermo gongolava al pensiero di vedere la “Ventura” in passarella, salvo poi scoprire che il “Ventura” era maschio, di nome non faceva Simona e francamente era pure “lariuzzu”.
Il tempo di vedersi fottere gli ombrelli da solerti maschere dello stadio, che il Bari con Allegretti faceva a tutti passare il prio di “ririri” o di stare allegri se preferiti.
Sul campo trasformato in un pantano, dove tuffi e scivoloni erano più che concessi, il Palermo si è subito organizzato ed ha attaccato per più di novanta minuti, sentendo un tifo incessante come non mai.
Il già citato capitano di “Ventura” aveva però  già dato ordine ai suoi uomini di ritirarsi dentro l’area di rigore e di costruire una diga, un muro, un fortino impenetrabile. Quando poi la pressione dell’attacco concentrico dei rosanero si faceva irresistibile, ecco che qualcuno  dei baresi a turno stramazzava al suolo colpito chissà da quale folgorazione pallonara.
Tiri, rimpalli, parate. Tutto giocava a favore della malasorte rosanero ed il risultato con il passare continuo dei minuti, non si schiodava più da quel maledetto 0 a 1, fissato al secondo minuto di gioco.
Miccoli, abbastanza muscio, non riusciva proprio a trovare un guizzo, Pastore, pur saltando avversari come birilli, mancava sempre un puntu pi fari a sittanta, Cavani a briglia sciolta metteva più anima che piedi. Insomma una tranquilla domenica “ri ficatu a spizzatinu”.
Ma all’ennesima santiata, quando ormai tutto sembrava finire peggio di come era cominciata, il guizzo risolutivo. Ed ecco che  in tribuna, Alessandro e Paolo, tentano anche questa mossa. Viene così  effettuato  un cambio di posto repentino tra i due spettatori, come ultima mossa contro l’attasso incipiente… Ed ecco che l’incantesimo si scioglie. Budan: GOOOLLLL. Uno a uno e fine di una partita giocata a porta romana, risolta da un cambio di sedia in tribuna. Zenga Docet.


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