Campo da golf diventa stalla| Sigilli alla struttura di Gibilmanna - Live Sicilia

Campo da golf diventa stalla| Sigilli alla struttura di Gibilmanna

di MONICA PANZICA La struttura in contrada Obo, costata due milioni e mezzo di euro, non era mai stata inaugurata. I poliziotti del commissariato di Cefalù, guidati da Manfredi Borsellino, sono così passati all'azione e dopo avere apposto i sigilli al fabbricato hanno fatto scattare la denuncia per il responsabile della struttura.

Nel Palermitano
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GIBILMANNA (PALERMO) – L’area avrebbe dovuto ospitare un campo da golf, ma era stata abbandonata e versava nel più totale degrado. Inoltre, era stata trasformata in una vera e propria stalla. Circa due milioni e mezzo di euro erano stati investiti per la sua realizzazione, ma la struttura in contrada Obo non era mai stata inaugurata. I poliziotti del commissariato di Cefalù, guidati da Manfredi Borsellino, sono così passati all’azione e dopo avere apposto i sigilli al fabbricato hanno fatto scattare la denuncia per il responsabile della struttura.

Al suo interno sono state trovate una trentina di mucche. L’attività ha portato alla denuncia a piede libero di un allevatore cefaludese cinquantenne, D.B.F., accusato di essersi impossessato di un edificio pubblico di proprietà comunale già finito sotto sequestro nel marzo del 2010, quando fu trovata nelle condizioni di degrado e abbandono attuali. “Una volta accertato, anche attraverso fonti confidenziali, che l’immobile in questi anni continuava ad essere adibito a ricovero di animali – si legge nella nota inviata dal commissariato – e stalla di capi di bestiame ma soprattutto a versare nel più totale degrado, ci si è determinati nuovamente al suo sequestro cautelativo. D’altra parte le stesse recinzioni apposte a suo tempo dal comune di Cefalù sono risultate divelte e utilizzate come recinto per i nuovi capi di bestiame che avevano preso possesso impunemente di una struttura pubblica realizzata con i soldi dei contribuenti”.

E così si è proceduto ad un ulteriore sopralluogo che ha portato al nuovo sequestro. Il servizio veterinario del Distretto di Cefalù ha collaborato con il commissariato per conoscere la tracciabilità dei marchi auricolari e dei microchip di alcuni animali rinvenuti nella struttura. Si è accertato che questi appartengono ad un allevatore cefaludese cinquantenne, il cui padre, poi deceduto, peraltro in passato aveva usato a pascolo l’enorme terreno circostante.


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