Messina Denaro, l'ultimo "favore" del medico nel giorno del blitz

Messina Denaro, l’ultimo “favore” del medico nel giorno del blitz

L'ultimo passaggio di una "serie impressionanti di prescrizioni"

PALERMO – Sono le 9:30 del 16 gennaio scorso. Mentre a Palermo i carabinieri del Ros arrestano Matteo Messina Denaro, a Campobello di Mazara un uomo bussa all’ambulatorio del dottore Alfonso Tumbarello.

Andrea Bonafede si presentato per conto del cugino omonimo. Gli serve un farmaco, il Bisoplororo, per l’ipertensione arteriosa e i disturbi cardiovascolari. Si tratta dell’ultimo passaggio di una “serie impressionanti di prescrizioni” con cui il medico avrebbe favorito Matteo Messina Denaro.

Tumbarello e Bonafede sono stati arrestati su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Grazie al loro aiuto, e alle oltre 130 ricette fra richieste di ricovero, esami specialistici e prescrizione di farmaci, Messina Denaro ha potuto contare sull’assistenza del Servizio sanitario nazionale. Si faceva curare dallo Stato che gli daga la caccia spacciandosi per un’altra persona.

Non è ancora chiaro chi per primo ha diagnosticato il cancro al latitante, ma è certo che è firmata da Tumbarello la richiesta ricovero a cui è seguito, pochi giorni dopo, l’intervento chirurgico del 13 novembre 2020 all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, la prescrizione di una Pet l’11 gennaio 2021 all’ambulatorio di Mazara del Vallo”, il 28 gennaio 2021 e l’1 febbraio l’analisi della mutazione e l’estrazione del Dna alla clinica La Maddalena di Palermo dove è stato operato nel maggio 2021.

Andrea Bonafede (colui che ha prestato l’identità a Messina Denaro, ha comprato il covo a Campobello di Mazara, e l’Alfa Romeo Giulietta usata dal latitante) era un assistito di Tumbarello. Il medico non poteva non sapere che godeva di buona salite. E il cugino omonimo, operaio del Comune di Campobello di Mazara, recentemente stabilizzato, non poteva ignorare che il parente non avesse il cancro.

Per oltre due anni, da novembre 2020 al 16 gennaio scorso, Tumbarello ha seguito passo dopo il percorso terapeutico di Messina Denaro. Lo avrebbe anche visitato personalmente per stilare l’anamnesi necessaria per il ricovero.

Il gip considera Tumbarello una pedina della rete di protezione del latitante che si è attivata quando ha deciso di curarsi in Sicilia. Il medico è una vecchia conoscenza. A lui si era rivolto Antonio Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano, oggi deceduto, assoldato dai servizi segreti per stanare il latitante.

Vaccarino aveva agganciato il fratello di Matteo Messina Denaro, Salvatore, nello studio di Tumbarello, massone iscritto al Grande Oriente d’Italia, loggia da cui è stato sospeso dopo che il suo nome è stato collegato a Messina Denaro.

La cerchia di fedelissimi “ha consentito a Messina Denaro, non soltanto di proseguire la sua latitanza,
ma, altresì e soprattutto – scrive il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto – ed è ciò che qui particolarmente rileva, di mantenere il suo ruolo di comando nell’organizzazione mafiosa ben dimostrato dalle molteplici risultanze delle indagini che in questi anni hanno condotto ad innumerevoli arresti di affiliati operanti nel medesimo contesto territoriale della provincia di Trapani, oltre che, da ultimo, al momento dell’arresto del Messina Denaro, dalla sua disponibilità di ingenti risorse economiche che non possono trovare altra spiegazione se non nella detta persistenza di un ruolo direttivo ed operativo al vertice dell’organizzazione mafiosa”.



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