Camporotondo, il centro sportivo: | incompiuta alle pendici dell'Etna - Live Sicilia

Camporotondo, il centro sportivo: | incompiuta alle pendici dell’Etna

Attualmente non esiste alcun progetto di recupero del complesso, né fondi a disposizione. Nel frattempo i vandali ne hanno fatto razzia. IL VIDEO - Il sindaco: "Si continua a giocare a scaricabarile"

ETNA – Lo chiamano “cattedrale nel deserto” o “Wellness Valley”: il complesso polisportivo di Camporotondo, in località Villaggio S. Antonio, resta un esempio clamoroso tra le incompiute edilizie della provincia. Benché i lavori siano iniziati nel 1975, negli ultimi quarant’anni si sono susseguite inaugurazioni e chiusure ma ancora nessuna conclusione. Il progetto, che prevede un insieme di spazi adatti a svariate attività sportive -dal nuoto, al tennis, al pattinaggio- non trascura nemmeno il versante turistico, con strutture alberghiere e dedicate al benessere fisico.

Ma ancora nel 2015 la realtà si rivela bruscamente diversa. Il primo impatto è dato da cancelli logori, chiusi con catene; sgretolata la cinta muraria esterna, col cemento armato che mostra lo scheletro di ferro arrugginito. Più di un tratto della recinzione sembra pronto a cadere, mentre, oltre questa, si distinguono facciate corrose; negli ampi parcheggi crescono macchie di arbusti, tra i quali spuntano detriti plastici e scarti edilizi. Sì, perché anche su questo tratto di strada cresce l’ennesima microdiscarica etnea. Oltre il muro perimetrale, in lontananza, un edificio grigio: forse un palazzetto.

Dopo una lunga progressione in mezzo alla campagna si raggiunge un vialetto asfaltato, delimitato da una rete. Qui, dinanzi a un cancello mezzo divelto, la costruzione si rivela una scatola semivuota dentro cui restano scale e corrimano, mentre intorno sono sparse macerie e materiali isolanti. Dal piano superiore provengono rumori attutiti, come quelli di due operai che lavorano in silenzio. Intorno, però, niente mezzi né attrezzature edili.

“Non ci sono lavori in corso, ma spesso vengono a rubare anche in pieno giorno. A volte magari passano i vigili, arrestano qualcuno ma poi si ricomincia”, racconta Alberto Cardillo, vicesindaco di Camporotondo. “Nel corso degli anni il complesso sportivo è servito alle varie amministrazioni per mettersi momentaneamente in mostra; in piscina hanno anche girato anche un film con Raoul Bova protagonista (“Il Delfino”, n.d.r.). Diverse associazioni sportive hanno avanzato la proposta di prendere in gestione gli ambienti del centro, ma non ci sono mai stati risultati durevoli”.

Al degrado degli impianti sportivi non parrebbero estranee rivalità politiche. “Di fatto, l’ultima amministrazione che se n’è occupata è stata quella di Musumeci, parliamo di quindici anni fa. Intanto le strutture decadono e forse costerebbe meno abbatterle”, continua Cardillo. Ma il sito risulta proprietà della Provincia e il Comune ha le mani legate.

La Fenice Rugby Belpasso è una delle associazioni che, alla fine degli anni ’90, ha tentato di valorizzare questo luogo. “Il campo di Belpasso era da ristrutturare, per cui abbiamo richiesto la gestione delle strutture di Camporotondo; a bloccare il percorso, il fatto che gli edifici fossero fuori norma e anche vandalizzati”, così ricorda Giuseppe Spina, ex vicepresidente della squadra. “Si pensava che diverse associazioni sportive avrebbero potuto gestire gli impianti, il che avrebbe creato anche nuovi posti di lavoro; ma le proposte sono state annacquate fino a esaurirsi. Adesso, mentre ci alleniamo su campi inadeguati, puntiamo sugli allievi più giovani: chissà che il futuro non si riveli migliore”.

Da parte della Provincia, la situazione si complica. Riferisce infatti l’ingegner Salvatore Roberti, responsabile dell’ ufficio Patrimonio, Edilizia e Manutenzione, che una delibera ha affidato il complesso polisportivo al comune di Camporotondo. Mancando una risposta dall’amministrazione comunale, la delibera è ora in via di annullamento; attualmente non esiste alcun progetto di recupero del complesso, né fondi a disposizione: infatti il patto di stabilità è già stato sforato. Si attendono le decisioni dell’Assemblea Regionale per la ridefinizione dell’assetto delle provincie e, dunque, anche per il riordino dei beni che ad esse appartengono: la “Wellness Valley” potrebbe rimanere un miraggio ancora per molto.

 

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