PALERMO – Il canile municipale di Palermo è di fatto chiuso e la città rischia di piombare nell’emergenza sanitaria. Non certo una novità per la struttura di via Tiro a Segno: già il 30 luglio scorso, infatti, l’assessore all’Ambiente Giuseppe Barbera aveva chiuso temporaneamente il canile per sovraffollamento. Ma adesso il problema rischia di assumere i contorni dell’emergenza sanitaria perché il presidio dell’Asp che ha sede nel canile ha diffidato il Comune a non superare il limite attuale (circa 250) di cani ospitati e il capoarea del Settore Ambiente, Domenico Musacchia, non ha potuto far altro che comunicare alla responsabile amministrativa di vietare l’accesso ad altri cani. “Ho trovato una struttura con troppi cani rispetto alla capienza – dice il consigliere comunale di Ora Palermo, Fabrizio Ferrara, che ha denunciato l’accaduto – e di conseguenza una situazione igienico-sanitaria non in linea con il protocollo”.
Già nei giorni scorsi Fabrizio Ferrandelli, deputato Pd all’Ars e segretario della commissione Territorio e Ambiente, aveva descritto il canile palermitano come “allo sbando, con gabbie sovraffollate e sporche, poca manutenzione e scarsa cura degli animali. Se non fosse per la disponibilità delle associazioni animaliste e l’abnegazione dei volontari, sarebbe già al collasso. Le gabbie che dovrebbero essere pulite più volte al giorno, non vengono toccate se non una volta sola e i cani sono costretti a vivere a contatto con i propri escrementi; lo sgambettamento non viene effettuato se non grazie ai volontari che accompagnano i cani nelle aree predisposte; nessun collare e guinzaglio è stato sostituito al cordone, così come esplicitamente descritto nel contratto; non esiste un registro firme per gli impiegati per verificare l’effettiva presenza né un registro dove annotare le attività e il resoconto giornaliero”.
Dal canto suo il direttore dell’ufficio Asp per l’Igiene Urbana e la Lotta al randagismo, il veterinario Francesco Francaviglia, preferisce non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Attualmente in via Tiro a Segno opera una ditta esterna, che ha sostituito nella gestione volontari e associazioni che in questi mesi hanno sopperito all’assenza dei dipendenti della Gesip. L’azienda, la Vifracos di Corleone, è subentrata il 16 gennaio e gestirà gli animali fino al 15 maggio. Grazie ad un protocollo d’intesa con il Comune, le associazioni animaliste continuano comunque a dare una mano.
“Non è una cosa nuova, il canile municipale era già chiuso se non per gli animali malati che per legge dobbiamo ospitare – ha detto a Livesicilia l’assessore Barbera – nelle occasioni in cui abbiamo aperto il canile, inteneriti dal buon cuore, abbiamo commesso un errore, una cosa che non dobbiamo fare. Abbiamo avuto spesso dei contrasti con l’Asp che però giustamente fa il suo lavoro in modo attento. Ma lavoriamo in armonia alle soluzioni. Intanto entro un mese saranno avviati i lavori di ristrutturazione, perché il canile è pieno come un uovo ed è troppo piccolo per operare in modo efficace sterilizzazioni e microchippatura. La lotta al randagismo e le sterilizzazioni hanno effettivamente subito dei rallentamenti perché il Comune non ha lo spazio per la degenza degli animali. Abbiamo provato ad incentivare le adozioni, ma i numeri sono bassi. Abbiamo organizzato delle campagne e ne faremo un’altra nelle scuole con l’assessore Evola”. Ma nell’immediato il vigile urbano che trova un randagio dove lo porta? “Si rivolge comunque al canile municipale che lo indirizza verso le strutture private convenzionate con il Comune. Anche lì con molti limiti, perché molte di queste strutture non sono a norma”.