PALERMO – Una concessione dello stadio “Renzo Barbera” per altri sei anni al Palermo calcio, un canone azzerato in cambio della manutenzione straordinaria e una lista di lavori da completare per 844mila euro, che si sommano a quelli già realizzati dal 2004 al 2013 del valore di 3 milioni di euro. Ecco il nuovo accordo tra il Comune e il club di viale del Fante, approvato dalla giunta Orlando e che adesso dovrà andare al vaglio di Sala delle Lapidi. Una concessione (definita anche convenzione proprio per passare dal consiglio) e un capitolato che ridefiniscono i rapporti con Maurizio Zamparini.
La struttura, di proprietà del Comune, è da sempre la casa della squadra rosanero, anche se con alterne vicende: nel 1991 il rinnovo dell’allora giunta fu annullato perché non approvato dal consiglio comunale entro i termini, l’anno prima era stato annullato invece il provvedimento di Sala delle Lapidi perché mancavano i pareri degli uffici. Nel 2004 l’amministrazione Cammarata decise tuttavia di dotarsi di una nuova convenzione per addossare la manutenzione straordinaria alla società, ma l’atto non vede mai la luce visto che si è proceduto di rinnovo in rinnovo fino alla scadenza del 2014. Oggi tocca al nuovo testo, che si compone di una convenzione e di un capitolato che, come detto, passeranno per piazza Pretoria.
Il canone annuo, che secondo una valutazione dovrebbe passare da 315mila euro a 328mila, viene azzerato: in cambio la società si impegna ad accollarsi anche la manutenzione straordinaria che, solo per il biennio 2014-2016, ammonta ad almeno 844 mila euro e che finora è di competenza del Comune. Interventi in alcuni casi già avviati o eseguiti, chiesti dalla Uefa, dalla Lega o dalla Questura. Per ottenere il certificato di collaudo statico servono 60mila euro; 48mila per la sostituzione della recinzione del campo; 30mila euro per l’adeguamento dell’impianto di illuminazione richiesto dalla Lega. L’adeguamento degli impianti elettrici costa 80mila euro, mentre la ristrutturazione dei bagni, con l’eliminazione di quelli alla turca, 45mila euro; la sostituzione dei seggiolini rotti nella tribuna Monte Pellegrino, chiesta dalla Uefa, 120mila euro. E ancora c’è il potenziamento della recinzione dell’area di sosta dei mezzi tv (15mila euro), come chiesto dalla Uefa; l’integrazione dell’impianto di telecamere a circuito chiuso (200mila euro), come chiesto dalla Questua; lo studio di fattibilità di nuovi sistemi di separazione tra zona spettatori e zona sportiva, il cui valore non è ancora quantificabile. Chiudono l’elenco la ristrutturazione dei sistemi fotografici digitali per i tornelli (60mila euro) e l’impermeabilizzazione della copertura della tribuna (36mila euro).
La manutenzione ordinaria consisterà invece nella manutenzione del manto erborso, degli impianti tecnologici, delle poltroncine, della sala stampa, dei bagni e delle strutture metalliche. Il Comune ogni sei mesi potrà controllare lo stato della struttura. E’ escluso il tacito rinnovo.
Al Palermo vengono affidati anche i parcheggi di fronte l’ex Centro stampa, meglio noto come “Pallone”, l’ippodromo e lo stadio delle Palme. Andiamo al capitolo pubblicità: i proventi restano al club, nessuna percentuale per l’amministrazione. L’articolo 13 prevede inoltre che le parti, entro sei mesi, definiscano un documento da presentare al consiglio comunale per la deroga parziale o totale degli oneri connessi all’uso degli spazi pubblicitari, che comunque sono pari a poche migliaia di euro. Il Comune potrà inoltre utilizzare lo stadio anche per altre manifestazioni nel rispetto del calendario di serie A e preservando il manto erboso, anche se non viene specificato il numero di giornate.
Parere positivo del Ragioniere generale, che però specifica come si debba calcolare quanto costerà la partita di debiti-crediti fra i due soggetti, visto che il Palermo ha sinora speso circa 3 milioni di euro.
“E’ la conferma dell’attenzione con la quale l’amministrazione è attenta alla salvaguardia del patrimonio degli impianti – dice il sindaco Leoluca Orlando – trovo di grande innovazione avere previsto che il soggetto gestore si occupi di manutenzione ordinaria e straordinaria per evitare che ci sia l’eterna discussione sulla competenza, mentre nel frattempo c’è il deperimento delle strutture”.